“Non mi risulta che i concerti previsti per la prossima estate si terranno in luoghi diversi dal Teatro Greco. Non è di certo pensabile un cambiamento di location per quest’anno”. Così il sindaco di Siracusa, Francesco Italia chiarisce un aspetto della girandola di polemiche che sta investendo le politiche di utilizzo del monumento. Insieme all’assessore alla Cultura, Fabio Granata, il primo cittadino ha voluto chiarire questa mattina alcuni aspetti delle tante questioni sollevate, alcune finite anche in esposti in Procura. Tra le opzioni, anche l’eventuale spostamento all’Ara di Ierone per “svelenire” un clima pesante che avrebbe indisposto Palermo e gli uffici regionali dei Beni Culturali e del Turismo.
“La città è ridotta a tifoserie contrapposte in questa vicenda. Una contrapposizione che sembra animata chi si muove contro gli interessi collettivi. Eppure, che ci si creda o no, il rispetto del Teatro Greco è un principio universale. Anche quest’anno abbiamo letto le relazioni che gli archeologi della Soprintendenza redigono durante le giornate dedicate al montaggio e poi allo smontaggio della struttura protettiva sui gradoni. Da tali relazioni si evince che il Teatro Greco non ha subito in quelle fasi alcuna lesione, né deterioramento. L’unica relazione che parla di erosione della roccia del teatro è datata 2006 e si trattava di una conseguenza dell’azione erosiva di vento, pioggia e calpestio”, dice in premessa Italia.
Poi chiarisce con dettaglio il suo punto di vista. “Sono per la più ampia tutela del teatro e sulla base degli atti disponibili dico che non può essere la tipologia di spettacolo a creare danni. Non procura danni neanche la struttura protettiva. Si è scatenato, però, un meccanismo che non conosciamo”. Il primo cittadino lancia, poi, un appello: “Si lasci fuori l’Inda da queste discussioni. La Fondazione è patrimonio della città, da sottrarre alle logiche politiche. C’è un momento di tilt, una confusione in cui qualcuno forse prova ad inserirsi”, ipotizza Italia. “Un pieno stato confusionale quello che qualcuno dimostra a proposito di Inda”, aggiunge con riferimento anche alla richiesta di scioglimento del Cda Inda avanzata dal senatore del Pd, Antonio Nicita.
“E’ solo grazie alla Fondazione Inda che il Teatro Greco è pulito e curato ed è solo grazie all’Inda se parliamo oggi di valorizzazione e fruizione del teatro, di staccionate e di impianto elettrico senza ricorso a gruppi elettrogeni come progetti che saranno realizzati con nuovi finanziamenti. L’ Inda meriterebbe solo un grande grazie”. Poi torna sui concerti estivi, solo per puntualizzare . “Sono sereno. Noi ci basiamo su documenti e risultanze fattuali. Il resto appartiene solo ad un certo modo di fare politica, da parte di qualche opposizione. Mi spiace, però che l’immagine della città ne venga così danneggiata”.
L’assessore Granata definisce la vicenda e le polemiche pirandelliane. “Non esiste atto di questa amministrazione- premette – che non sia legato alla tutela dei beni comuni. I monumenti vanno tutelati ma anche valorizzati, devono vivere nella loro attualità, secondo un principio che agli inizi del secolo scorso fu di Tommaso Gargallo”, dice citando passaggi della Carta di Siracusa. “Un documento che tutti citano ma che non ho capito se hanno letto”, aggiunge provocando. “La Carta di Siracusa dice che si deve preferire una cura costante a restauri invasivi. Bene, noi abbiamo posto in essere un protocollo rigidissimo e quando si deve attrezzare il palco al teatro greco, tutto è soggetto ad un monitoraggio quotidiano, con ben 50 prescrizioni da rispettare per ottenere le autorizzazioni necessarie. Gli spettacoli rappresentano, con il loro indotto, la principale voce dell’economia locale. Non comprendo davvero la polemica dell’ex soprintendente Antonio Calbi sui decibel. Come li ha misurati? – la domanda che pone l’assessore alla Cultura, che alza subito dopo il tiro- Ha misurato anche i decibel degli spettacoli di Livermore? Le inadempienze ci sono, certo – prosegue Granata- e sono della Regione. Dal 2006 non c’è un Consiglio regionale dei Beni Culturali e manca un comitato scientifico del Parco Archeologico”.
Infine un chiarimento: “Se si ragiona sull’individuazione di un’altra area – conclude Granata – nessun problema, siamo d’accordo da sempre”. Forse meno gli organizzatori.