Franco Battiato ed i luoghi simbolo siracusani: fu protagonista al teatro greco ed a Noto

La morte di Franco Battiato ha velato di profonda malinconia la giornata odierna. Il cantautore si è spento a 76 anni nella sua casa di Milo (Ct). La notizia è arrivata improvvisa nel primo mattino, poi la conferma da parte della famiglia.
Anche in provincia di Siracusa cordoglio e ricordi legata alla figura del poliedrico artista. Nel capoluogo, Franco Battiato aveva firmato nel 1990 le musiche per I Persiani di Eschilo, rappresentata al teatro greco di Siracusa. La Fondazione Inda lo ha ricordato con un breve video di backstage. Battiato firmò la colonna sonora dello spettacolo insieme a Giusto Pio. La regia era invece affidata a Mario Martone. “E’ stato un grande privilegio averti al Teatro Greco di Siracusa”, recita il post dell’Inda che presenta il video. “Mancherai a tutti noi, maestro”.

Non fu la sua ultima volta a Siracusa, perchè regalò anche un grande concerto durante l’estate in quello che all’epoca era il PalaLive, era il 2006. Dieci anni dopo, nuovamente al teatro greco, fu affabile narratore in un incontro con Berrino dal titolo “Il cibo dell’anima, l’anima del cibo”.
Nel 1996, Franco Battiato fu protagonista in una Noto ferita dal crollo della cupola della Cattedrale. Un concerto, il 18 maggio del 1996, sul sagrato del Santissimo Salvatore. Il Comune di Noto ne ha pubblicato un estratto video sulle sue pagine social, con la scritta “Grazie Maestro!”




Cestini portarifiuti e "pettinatura" per le spiagge di Siracusa, servizi attivi fino ad ottobre

Con il via ufficiale alla stagione balneare, iniziano a pullulare di vita le spiagge libere della costa siracusana. Non tantissime, tra divieti e cedimenti vari. Già da settimane, invero, si registrano presenze e purtroppo alcune spiccano per inciviltà. Le immagini, settimana scorsa, della spiaggia libera dell’Arenella invasa dai rifiuti hanno lasciato il segno e sono indice di una ignoranza che non ha più scuse.
Quasi dappertutto, infatti, in prossimità dei varchi di accesso alle spiagge se non addirittura proprio in spiaggia, sono stati però piazzati i cestini portarifiuti. Grandi ed evidenti, nei tratti più estesi di costa sono a distanza di 40 metri uno dall’altro. Appena pochi passi ma che segnano la grande differenza tra civiltà ed inciviltà. Tra chi butta o lascia in spiaggia i rifiuti e chi, invece, ancora ricorda la funzione di quei contenitori.

E’ già attivo anche il servizio di pulizia e pettinatura delle spiagge. Interventi ciclici che spaziano dall’area del Samoa, all’Arenella, da Fontane Bianche ad Ognina, passando per Asparano, Sbarcadero, Punta del pero, Minareto e varchi Plemmirio. Fino al 31 ottobre si andrà avanti con il servizio che interessa anche le vie delle contrade marinare e non solo quelle più prossime agli accessi liberi al mare.




Siracusa. La spiaggia dell'Arenella ridotta a pattumiera: il VIDEO fa adirare il sindaco

La spiaggia libera dell’Arenella ridotta ad una pattumiera. Non vi è alcun dubbio sul fatto che a ridurre così una delle spiagge più belle di Siracusa sono stati i fruitori, magari quelli dello scorso fine settimana, felici di godersi finalmente il sole ed il mare, di respirare a pieni polmoni. Peccato che non si riesca ancora a capire che quando, finita la giornata, si abbandonano i propri rifiuti in maniera indiscriminata, si sta deturpando un luogo così bello, lo stesso in cui si è trascorso del tempo così gradevole, che la volta dopo lo sarà di meno se nessuno rimuoverà quei rifiuti. E il danno all’ambiente, di cui tutti parlano, continuerà ad essere enorme.

Il sindaco, Francesco Italia si mostra particolarmente indignato. La domanda che pone dal suo profilo Facebook ha tutto il sapore di un monito. “Vogliamo ripartire così?”- chiede- Abbiamo assistito per vent’anni e forse più, nella nostra città, ad un sistema di comunicazione in parte connivente, che ha rovesciato su sindaco e giunta del momento le responsabilità per questo tipo di immagini.
Al giorno d’oggi, fortunatamente, c’è una nuova consapevolezza- prosegue il primo cittadino- Ma l’indignazione e la rabbia dell’autore di questo video devono diventare contagiose. Contagiose di civiltà, rispetto del prossimo e dell’ambiente che consegnamo a chi verrà dopo di noi. Grazie a chi si indigna e denuncia”.




Operazione Robin Hood: ecco come funzionavano le attività del clan

Le figure apicali, le donne, una lunga lista di fiancheggiatori e facilitatori. Questo il complesso meccanismo scoperto da Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza con l’operazione Robin Hood con cui le forze dell’ordine hanno colpito il clan Trigila, in quelle attività illecite ben organizzate nella zona sud della provincia di Siracusa.
Alle donne, in particolare la moglie e la figlia del boss Giuseppe Trigila – attualmente detenuto – era destinato il compito di veicolare gli ordini. Utilizzando un codice che attingeva al linguaggio della zootecnia, venivano impartite le indicazioni per portare avanti gli “affari”. La moglie Nunziatina Bianca e la figlia Angela Trigila all’occorrenza sarebbero anche intervenute in prima persona, utilizzando la valenza evocativa del rapporto con il boss.
Trigila, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, continuava saldamente a condurre il clan anche dal carcere, occupandosi delle molteplici attività illecite. “Mafiosità? Sono un contrasto dello Stato”, dice a proposito alla nipote, ascoltato dagli investigatori spiegando la propria attività delinquenziale, presentandosi quasi come un novello “Robin Hood”. Da qui il nome dell’operazione.
Il gruppo controllava i trasporti su gomma. Nutrito, come detto, il numero di fiancheggiatori e facilitatori di cui il sodalizio poteva avvalersi nella gestione delle proprie attività.

Alla base c’erano i soggetti con mansioni prettamente esecutive, a disposizione per la propria opera “sul territorio”: intimidazioni, pestaggi, richieste estorsive. Le forze dell’ordine avevano capito che il raggio d’azione delle attività era particolarmente ampio e che, all’occorrenza, il sodalizio avesse a disposizione un arsenale di armi.
Entrando nel dettaglio, il gruppo dominava nei comparti del trasporto su gomma di prodotti orto-frutticoli, della produzione di pedane e imballaggi e della produzione e commercio di prodotti caseari, influendo e alterando le regole della concorrenza.
L’attività d’indagine, avviata nei mesi conclusivi dell’anno 2016 e condotta sino alla stagione estiva del 2018, ha consentito di accertare come avesse un ruolo di primo piano anche il figlio di Giuseppe Trigila, come anche la moglie e la figlia. Poi c’erano uomini di assoluta fiducia. Tra questi si collocavano Salvatore Porzio e Francesco De Grande.
Importante nell’organigramma del gruppo la figura di Giuseppe Caruso, detto “u caliddu”. Era lui che, grazie ai contatti con le aziende di autotrasporti che operavano nella zona sud della provincia e in quella della limitrofa Ragusa, raccoglieva i versamenti di denaro imposti agli operatori del settore per poter lavorare senza incorrere in problemi. Le indagini effettuate dai Carabinieri hanno accertato la consumazione di tre episodi di estorsione ai danni di operatori del settore del trasporto merci per conto terzi. Con le minacce, avrebbe impedito ai trasportatori di lavorare liberamente in quello che egli stesso definiva il “suo” territorio. Spesso costringeva autotrasportatori e aziende ad avvalersi della sua attività di intermediazione o a versargli somme di denaro (“ma chi ve l’ha data questa autorizzazione” – “ io sto prendendo i bins e gli sto dando fuoco ora stesso, subito. E qua non ci deve entrare nessuno, se prima non ve lo dico io, perché il padrone (…) sono io”).
Ad Angelo Monaco, nipote di Antonio Trigila, inserito di recente nell’organigramma mafioso, venivano affidati gli affari relativi all’acquisizione e al controllo dei fondi agricoli nella ampia zona di competenza del clan Trigila. Infine, alla base del gruppo, operavano alcuni soggetti con mansioni prettamente esecutive, che mettevano a disposizione la propria opera per perpetrare le illecite attività utili alla conduzione del clan, quali le azioni intimidatorie, violente e le richieste estorsive. Per questo sono stati arrestati Emanuele Eroe e Marcello Boscarino.

Tra gli episodi chiave, l’arresto di Giuseppe Crispino nel luglio del 2018. Trovato in possesso di circa 650 grammi di cocaina e di 4 pistole perfettamente funzionanti illegalmente detenute, era per gli inquirenti la prova lampante di come il sodalizio fosse ampiamente operativo, spaziando su più fronti, e detenesse un arsenale cui attingere in caso di necessità.
L’esecuzione delle misure cautelari a carico di Antonio Giuseppe Trigila (nome come “Pinuccio Pinnintula”), Giuseppe Crispino, Giuseppe Trigila sono state eseguite dalla Squadra Mobile di Siracusa con il concorso delle Squadre Mobili di L’Aquila, Terni ed Ancona.
Il Reparto Operativo del Comando Provinciale di Siracusa è stato delegato ad eseguire la misura cautelare a carico di Giuseppe Caruso, essendo confluite nell’indagine risultanze di altra recente attività d’indagine compiuta dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Siracusa, incentrata sul controllo a scopo estorsivo dei trasporti su gomma, che hanno permesso di acquisire specifici e determinanti elementi a carico dell’indagato.
Il comando Provinciale della Guardia di Finanza di Siracusa che ha svolto gli accertamenti patrimoniali a carico di Nunziatina Bianca, ha eseguito il sequestro preventivo della somma di 18.171 euro, individuata quale profitto del reato di truffa aggravata finalizzata al conseguimento di erogazioni pubbliche.




Operazione Robin Hood, gli arresti scattano all'alba: colpo al clan Trigila

Nelle prime ore odierne è scattata l’operazione congiunta di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza di Siracusa. Al termine di complesse indagini dirette dal Direzione Distrettuale Antimafia di Catania, diverse persone sono state arrestate in applicazione di un’ordinanza emessa dal gip del Tribunale di Catania. Sono tutti ritenuti componenti del clan Trigila, con interessi nei territori della zona sud-orientale della provincia di Siracusa (Noto, Avola, Pachino e Rosolini).
Il clan in questione – spiegano gli investigatori – avvalendosi della forza di intimidazione derivante dal vincolo associativo per acquisire in modo diretto o indiretto il controllo e la gestione di attività economiche, ha assicurato a queste ultime una posizione dominante nei comparti del trasporto su gomma di prodotti orto-frutticoli, della produzione di pedane e imballaggi e della produzione e commercio di prodotti caseari, influendo e alterando le regole della concorrenza.

L’Operazione di Polizia, compendia le complesse ed articolate indagini compiute dalla Squadra Mobile denominata “Robin Hood”, svolta nel biennio 2016-2018 e dal Reparto Operativo dei Carabinieri di Siracusa nel biennio 2016-2017, denominata “Neaton” sull’associazione mafiosa clan Trigila.
Circa 60 i poliziotti della Questura di Siracusa, del Reparto Prevenzione Crimine e dei Cinofili della Polizia di Stato e militari dell’Arma dei Carabinieri impegnati nelle catture. La Guardia di Finanza ha curato l’esecuzione di un decreto di sequestro preventivo patrimoniale nei confronti di uno degli indagati.

Gli 11 soggetti coinvolti sono ritenuti appartenenti al Clan Trigilia, operante nella zona Sud della provincia di Siracusa e ulteriori 2 soggetti ritenuti responsabili di estorsione aggravata realizzata con metodo mafioso.
Un modus operandi che vedeva la penetrazione del tessuto economico con aziende capaci di alterare le regole della concorrenza e di acquisire una presenza dominante, grazie al nome dei Trigilia. Questo avrebbe consentito illeciti profitti. Succedeva, ad esempio, nell’intermediazione imposta nel settore dei trasporti dei prodotti agricoli, nell’acquisizione di fondi agricoli finalizzati alle richieste di contributi europei. Accanto a queste attività, anche quelle “tradizionali” come il traffico di stupefacenti.  Nel corso dell’indagine, è emerso un ruolo chiave delle donne, a cui sarebbe spettato il delicato compito di veicolare gli ordini del congiunto utili alla organizzazione e gestione delle attività, non disdegnando di intervenire in prima persona quando si rendeva necessario .
Attorno alle figure apicali,  un nutrito numero di fiancheggiatori e
facilitatori che spesso si limitavano a fornire un contributo finalizzato a veicolare le informazioni e a fissare gli appuntamenti tra i sodali. Sia pure non direttamente incisivo nelle dinamiche delinquenziali di produzione di profitti illeciti, si trattava di un apporto svolto con piena consapevolezza, che consentiva agli uomini del clan di non esporsi.

Nell’ambito delle indagini, il  Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Siracusa ha eseguito il sequestro preventivo della somma di  18.171 euro,  ritenuto profitto di truffa aggravata finalizzata al conseguimento di erogazioni pubbliche.




Il "regalo" degli incivili: montagna di sfalci abbandonata di fronte al Rizza. "Denunciate"

Indagini sono in corso da parte della Polizia Ambientale per individuare le persone che stamani, in pieno giorno, hanno scaricato da un furgone un intero carico di sfalci di potatura di siepi di pitosforo. L’episodio è avvenuto nello spiazzo antistante l’ospedale Rizza, alla presenza di numerosi testimoni.
“L’appello che rivolgo ai cittadini è quello di denunciare e di comunicare, anche in forma anonima, qualsiasi informazione o altri indizi che possano tornare utili alle indagini che sta svolgendo il Nucleo ambientale della Polizia municipale. Chiunque abbia visto questo furgone, od individuato gli autori del gesto o anche il proprietario della siepe potata, può comunicarlo alla casella di posta elettronica poliziambientale@comune.siracusa.it. Non bisogna voltarsi dall’altra parte: la denuncia di chi abbandona rifiuti non solo è un atto di coraggio, è un atto di giustizia verso la città che è anche nostra. Solo in questo modo, con un presidio del territorio che coinvolga anche i cittadini, potremmo combattere questo tipo di reato che danneggia il territorio e l’ambiente”. Lo dichiara in una nota e in un video l’assessore Andrea Buccheri.




Zone franche montane, a Roma sindaci del siracusano: "sbloccare fiscalità di vantaggio"

Manifestazione a Roma, in piazza Montecitorio, per chiedere con forza l’istituzione delle zone franche montane. Tra gli oltre 100 sindaci ed amministratori presenti all’adunata ci sono anche i primi cittadini di Palazzolo, Ferla, Buccheri, Buscemi e Cassaro. “Chiediamo il riconoscimento della fiscalità di vantaggio e di sviluppo per compensare gli svantaggi dovuti all’altezza dei luoghi”, spiegano Salvo Gallo, Michelangelo Giansiracusa, Alessandro Caiazzo, Rossella La Pira e Mirella Garro.
Previsti incontri con il ministro per il Sud, Mara Carfagna, il ministro per gli Affari regionali, Mariastella Gelmini, ed i capigruppo di Senato e Camera del Movimento Cinque Stelle, Forza Italia, Lega, Pd, Fratelli d’Italia e Italia Viva. L’Anci Sicilia sostiene l’iniziativa.

A Camera e Senato viene chiesto di sbloccare l’impasse, esitando la Legge obiettivo approvata dall’Assemblea Regionale Siciliana il 17 dicembre 2019 per il riconoscimento delle Zone Franche Montane. “L’approvazione delle norma sulle Zfm può rappresentare, per i comuni interessati, uno strumento importante per frenare lo spopolamento e incentivare l’avvio di attività da parte gli operatori economici”, spiegano gli amministratori siracusani presenti alla manifestazione romana.




La danza? E' spettacolo vero nel video del Liceo Gargallo: si celebrano arte e bellezza

Un emozionante video per celebrare la giornata internazionale dalla danza. E’ stato realizzato dal liceo classico Gargallo di Siracusa che, tra i suoi indirizzi, ha anche il coreutico. Un coreografico balletto scorre sulle note di Mozart, in una sequenza di montaggio in cui si alternano luoghi e paesaggi di Siracusa: da piazza Santa Lucia al Duomo, da largo Aretusa al Solacium, al castello Maniace e la sua piazza d’Armi.
Un lavoro ricercato e complesso ma dal risultato d’impatto a prima vista. Agli studenti protagonisti, ai docenti coinvolti ed all’intero staff del liceo siracusano sono dovuti i complimenti!




Sfiorato lo scontro all'esterno del villaggio per migranti di Cassibile: "ci hanno provocato"

Momenti di tensione all’esterno del villaggio per i migranti extracomunitari di Cassibile. Si è sfiorata la rissa quando alcune bandiere rosse sono comparse poco distante dal presidio pacifico dei residenti contrari alla realizzazione di quella struttura. Una sorta di provocazione politica che ha causato uno scontro verbale a distanza ravvicinata. Intervenute le forze dell’ordine per riportare (a fatica) la calma.




Ecco il Villaggio per i braccianti stranieri: 17 unità abitative da 5 posti letto ciascuna

Aperto il cancello, ecco le prime immagini del villaggio accoglienza per braccianti extracomunitari realizzato in contrada Palazzo, a Cassibile. Questa mattina la partecipata cerimonia di inaugurazione, con autorità nazionali e regionali. “E’ un progetto importante. Una sfida per ripristinare la legalità. Questa apertura è anche un modo per porre due temi: quello della dignità persone e quello della sicurezza pubblica”, ci ha spiegato il Capo Dipartimento Libertà civili e Immigrazione del Ministero dell’Interno, Michele di Bari.
Ospiterà, in questa prima fase, diciassette unità abitative e sei servizi igienici. Ogni unità abitativa ha al suo interno 5 letti, un tavolo per i pasti e delle panchine. Due finestre assicurano luce e aerazioni nel modulo realizzato in un container. All’esterno, sei servizi igienici.

Il sito è di proprietà del Comune di Siracusa (area di Protezione Civile) è stato attrezzato in collaborazione con la Prefettura che ha avuto accesso ad un primo finanziamento del Ministero dell’Interno di 242.000 euro.

L’ Ufficio speciale per l’ immigrazione dell’Assessorato alla Famiglia della Regione Siciliana assicurerà una serie di servizi a chi alloggerà in questa struttura: dal trasporto nei luoghi di lavoro, al pasto quotidiano.
Infine il progetto ISIM (Integrazione Sanitaria Innovativa Multilivello) – di cui il Comune di Siracusa è capofila, con i partner Azienda Sanitaria Provinciale 8 di Siracusa ed IFO (Istituti Fisioterapici Ospitalieri) – che garantirà la creazione, all’interno del campo, di uno “Sportello Salute”.