Siracusa. Intervista all'infermiere del video-denuncia sull'emergenza Covid all'Umberto I

E’ diventato, suo malgrado, l’infermiere più noto d’Italia. Marco Salvo è il protagonista del video virale in cui denunciava una serie di criticità all’interno dell’ospedale Umberto I di Siracusa nella gestione dell’emergenza Coronavirus. Tante le polemiche che sono seguite, ma anche i provvedimenti adottati e gli accertamenti avviati dopo quel video, inizialmente etichettato dall’Asp come “fake” e poi risultato, invece, reale. Marco Salvo è poi risultato positivo al Covid-19. Oggi, ai microfoni di FMITALIA, Salvo ha ripercorso quanto accaduto e fatto, coni il direttore, Gianni Catania, una serie di considerazioni. Per vedere e ascoltare, clicca IL VIDEO




Siracusa. Coronavirus, dalla Rianimazione alla vita: la storia di un 68enne guarito

Dalla Terapia Intensiva alla vita. E’ una storia a lieto fine quella di un 68enne di Canicattini ma residente a Siracusa che ha superato la durissima prova del coronavirus. “Sono entrato morto, ho anche avuto un collasso dei polmoni e poi pure l’infarto”, racconta adesso Santo. Ha lasciato il reparto covid di Siracusa tra gli applausi del personale sanitario. Un corridoio di solidarietà dopo una battaglia per la vita condotta tutti insieme, dietro tute e mascherine. Oggi è finalmente rientrato a casa.
Il un decorso clinico, all’inizio sfavorevole, è durato oltre un mese e mezzo con un passaggio anche nel reparto di Rianimazione. “Grazie a tutti, alla dottoressa Franco, al dottore Di Stefano, al dottore Carpinteri e a tutta l’equipe delle malattie infettive e della rianimazione, sono rinato. Pensavo di non farcela”, confida non senza commozione.




Siracusa. Partorire ai tempi del Covid-19, Bucolo: "Nessun rischio in ospedale"

“Nessun rischio per le donne in gravidanza in ospedale”. Il direttore di Ginecologia e Ostetrica, Nino Bucolo rassicura quante, in queste settimane, stanno esprimendo preoccupazioni perchè prossime al parto ma fortemente impaurite dall’idea di dover accedere, pertanto, all’interno dell’ospedale. Il timore è legato alla possibilità di poter contrarre il coronavirus. “L’ospedale non è un covo in cui si può contrarre l’infezione- premette Bucolo- Se rispettiamo le regole non si corrono rischi, lavoriamo con attenzione alla sicurezza delle donne e dei bambini che danno e daranno alla luce. Diamo il massimo della nostra professionalità”. Bucolo, che fa parte della squadra di medici chiamati a riorganizzare l’ospedale dopo la bufera che si è abbattuta sul nocomomio, entra nel dettaglio e garantisce che, con il reparto di Neonatologia la collaborazione è stretta e valida. Anche i piccoli, se dovesse servire, esiste una stanza isolata per evitare situazioni eventuali di promiscuità. “L’ospedale è un posto sicuro – spiega Bucolo- Ci sono due ingressi: uno è quello sporco del pre-triage, l’altro è quello pulito, a cui accedono quanti non presentano alcun sintomo o alcun precedente che possa in qualche modo far pensare all’ipotesi Covid” . Entrando nel dettaglio delle donne in gravidanza, a loro è dedicata una tenda apposita di pre-triage, distanziata dall’altra. ” Alle donne che accedono viene chiesto tutto quello che ci serve per capire se ci sono elementi, anche legati a parenti, oltre che sintomi, per i quali non sia il caso di accompagnarle al Gruppo Parto ma in una terza sala travaglio e parto dove non hanno alcun contatto con le altre persone.  Se invece la donna non presenta nessun sintomo, viene accompagnata al secondo piano, dove farà il suo percorso come prima, per raggiungere il gruppo parto. All’interno dell’ospedale è stato allestito anche un ascensore esclusivamente dedicato alle gravide. Le donne con sospetto Covid vengono subito sottoposte a tampone. Restano nella terza sala isolata fino all’esito. Nessuna possibilità di promiscuità. E’ un percorso blindato”. E’ chiaro che il rispetto delle regole è alla base del funzionamento del sistema studiato e allestito. “Tutto il personale ha l’obbligo di indossare i presìdi di protezione personale. Le pazienti, se non ne sono munite, saranno dotate di mascherina.”. Il Reparto di Ginecologia e Ostetricia non ha registrato nessun caso positivo, altra garanzia fornita da Bucolo. “Tutto il personale è stato sottoposto a tampone e gli esiti sono arrivati lo scorso venerdì: tutti negativi”. Ci sono luoghi per svestirsi, prima di accedere alle aree pulite e questo, come fa notare il dirigente medico, nel caso del Gruppo Parto è acquisito da tempo, avendo a che fare con aree chirurgiche. Nel video realizzato proprio nel reparto di Ginecologia e Ostetricia, gli attimi di questa emergenza, con la vita, che continua a nascere, la passione, che i sanitari impiegano ogni giorno, anche e ancor di più durante quest’emergenza.




VIDEO. La relazione del covid team regionale, uno studio alla Csi per l'ospedale di Siracusa

Dopo tre settimane di lavoro all’Umberto I di Siracusa, il Covid Team regionale ha presentato la sua relazione, accompagnata da un video che mostra cosa è stato fatto per “normalizzare” un ospedale dove il numero di contagi tra pazienti e sanitari aveva creato più di un’allarme. I risultati dell’intervento della squadra di specialisti inviata dalla Regione è ora al vaglio dell’assessore alla Salute, Ruggero Razza.
Del team regionale fanno parte dalla prima ora tre docenti dell’università di Catania: Cristoforo Pomara (ordinario di Medicina legale), Bruno Cacopardo (ordinario di Malattie infettive) e Paolo Murabito (docente di Anestesia e rianimazione).
L’elenco dei risultati più significativi è racchiuso in una frase: “interi reparti trasferiti, altri rifunzionalizzati, quasi triplicati i posti letto di terapia intensiva, ma soprattutto un’area Covid totalmente isolata dal resto dell’ospedale Umberto I”.

Nel documento vengono evidenziate le varie azioni condotte. In particolare, oltre alla realizzazione di un laboratorio autonomo dedicato all’analisi dei tamponi, c’è anche la definizione di una cosiddetta ‘Area grigia’ “riservata ai pazienti sospetti o in attesa di tampone: è uno spazio con 18 posti di isolamento totale all’interno dell’ex reparto di pneumologia adiacente al pronto soccorso Covid”.
Attraverso le azioni degli esperti sono stati identificati e realizzati i percorsi pulito-sporco e le aree vestizione e svestizione del personale. Procedure definite e quasi “militarizzate” per impedire possibilità di contaminazione tra un reparto e l’altro. “E’ stata inoltre programmata e definita la sanificazione degli ambienti h/24 e l’impiego dei dpi più idonei riservati al personale sanitario. Gli accessi esterni dell’intero blocco riservato ai pazienti Covid sono sorvegliati da personale dedicato, quelli interni e corridoi invece sono stati dotati di sistema di video sorveglianza attiva h24”.
Curiosità: il Covid team ha adoperato un sistema di rilevamento in 3D per studiare, definire e quindi isolare l’area covid che è stata realizzata all’Umberto I. Gli esperti regionali si sono avvalsi di apparecchiature forensi in uso a Fbi e Ris.
Il gruppo, su precisa volontà dell’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, continuerà ad affiancare il management dell’Asp di Siracusa nella gestione dell’ospedale del capoluogo.




Siracusa. La paura del contagio allontana i pazienti dall'ospedale, sottovalutati gli infarti

La paura del contagio tiene i pazienti lontani dall’ospedale di Siracusa. Al punto che persino sintomi riconducibili all’infarto vengono sottovalutati, con conseguenze potenzialmente gravi. A lanciare l’appello è allora il direttore di Emodinamica, il dottore Marco Contarini. Il reparto è considerato una eccellenza e sono centinaia le testimonianze di pazienti “salvati” dall’equipe del medico siracusano, una vera eccellenza invidiata dalle principali realtà ospedaliere.
Il timore di contrarre il virus in un ospedale al centro di mille polemiche avrebbe però indotto molti a sottovalutare sintomi e dolori, “e così siamo tornati indietro di vent’anni” denuncia Contarini per via del drastico calo di accessi. Aumenta il rischio di mortalità, quando invece le procedure da anni applicate in reparto consentirebbero un sereno decorso.




VIDEO. Anche un drone reclutato dalla Municipale: zone balneari, controlli dall'alto

Anche un drone “reclutato” dalla Polizia Municipale di Siracusa per i controlli dall’alto. Vaste porzioni di territorio sotto controllo in pochi secondi, per rendere ancora più rapidi gli interventi in caso di violazioni delle norme per il contrasto alla diffusione dei contagi da coronavirus, specie nei giorni di Pasqua.
Il drone da domattina supporterà l’attività della Municipale, in particolare nelle zone balneari. Ed accompagnerà le pattuglie anche nei giorni di Pasqua e Pasquetta.




Dalla Cina, 40 tonnellate di materiale sanitario per rifornire la Protezione Civile siciliana

Alle 4.30 di questa mattina è atterrato all’aeroporto internazionale di Palermo l’aereo cargo B777F della compagnia Ethiopian Airlines Italy. A bordo circa 40 tonnellate di materiale sanitario proveniente dalla Cina, destinato al Dipartimento Regionale di Protezione Civile, per fronteggiare l’emergenza Covid19.
Il Boeing 777F del vettore etiope è partito dall’aeroporto internazionale di Shanghai-Pudong per poi fare scalo a Nuova Delhi e infine ad Addis Ababa, da dove è ripartito alla volta di Palermo.




Siracusa. Domenica delle Palme nei giorni del coronavirus: la benedizione in un video

Insolito appuntamento con la Domenica delle Palme. I riti e le tradizioni della settimana che precede la Pasqua sono stati cancellati per quest’anno dall’emergenza sanitaria in atto. Resta quindi vuota la basilica del Santuario della Madonna delle Lacrime, solitamente in questa giornata di celebrazione affollata di fedeli e devoti per la benedizione delle palme e dei ramoscelli d’ulivo: il momento liturgico che apre la Settimana Santa.
Per quest’anno, bisognerà accontentarsi di un video, pubblicato dal rettore del Sanutario, padre Aurelio Russo, sui social. “Su richiesta dei catechisti del Santuario ho preparato questa benedizione, che tutte le famiglie e i bambini potranno fare nelle loro case per l’inizio della Settimana Santa. Permettiamo a Gesù di abitare nel nostro Cuore e teniamolo stretto a noi, come ha fatto la Madonnina – dalla nascita alla sua morte – accogliendoLo tra le Sue braccia quando lo hanno deposto dalla Croce”, ha scritto proprio il rettore del Santuario, pubblicando il video.

https://www.facebook.com/madonnadellelacrime.it/videos/898399333949601/




Traffico di droga nel siracusano, "Operazione Ta Ta": 7 arresti tra Noto e Pachino. IL VIDEO

Sette ordinanze di misura cautelare sono state eseguite questa mattina dai Carabinieri, nella zona sud di Siracusa. Destinatarie altrettante persone, accusate di detenzione di sostanze stupefacenti per fini di spaccio. Sono stati i carabinieri della compagnia di Noto, al termine dell’operazione “Ta Ta’”, ad eseguire gli arresti tra Noto e Pachino.
Tra i due comuni avrebbe operato un gruppo che avrebbe fatto affari illeciti con la vendita di hashish, cocaina ed eroina. Fra gli arrestati anche due fratelli, entrambi residenti a Pachino, che, secondo la ricostruzione degli inquirenti, nonostante fossero ai domiciliari, avrebbero esercitato l’attività di spaccio e sfruttato alcuni permessi per rifornirsi di droga.
Diverse le perquisizioni nelle abitazioni degli indagati. Le indagini sono coordinate dai magistrati della Procura di Siracusa. Nel dettaglio ordinanza cautelare  a carico di 7 soggetti (3 in carcere e 4 ai domiciliari) variamente riconosciuti responsabili dei reati di evasione, cessione continuata e concorso continuato in cessione di stupefacenti, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Siracusa, Andrea Migneco, su richiesta della Procura della Repubblica.
Gli arrestati sono: Giuseppe Nevola,  disoccupato di anni 44, residente a Pachino , con precedenti di polizia, sottoposto alla misura cautelare della custodia in carcere;
Gianluca Nevola, disoccupato di anni 41, residente a Pachino, con precedenti di polizia, sottoposto alla misura cautelare della custodia in carcere; Sebastiano Amore, disoccupato di anni 38, residente ad Avola, detenuto per reati inerenti alle sostanze stupefacenti; Maurizio Tuzza, bracciante agricolo di anni 42, residente a Pachino, sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari; Lucia Attardi, disoccupata di 27 anni , di Pachino, con precedenti di polizia, sottoposta alla misura cautelare degli arresti domiciliari; Maria Parisio, 52 anni, pachinese, sottoposta alla misura cautelare degli arresti domiciliari; Giuseppe Bianca, 56 anni, di Avola, ai domiciliari. Un ottavo soggetto, destinatario di misura cautelare in carcere, non è stato rintracciato ed è al momento attivamente ricercato. L’indagine, diretta dal Procuratore Aggiunto Fabio Scavone e dal Sostituto Gaetano Bono, ha permesso di interrompere una lucrosa attività di spaccio di sostanze stupefacenti del tipo hashish, eroina e cocaina, condotta nei territori di Pachino ed Avola. Le indagini sono state condotte anche attraverso pedinamento insieme all’utilizzo di strumentazione tecnica, ricostruendo cosi’  le dinamiche dell’approvvigionamento e distribuzione degli stupefacenti a Pachino ed Avola.In particolare, è emerso che i fratelli Nevola,  all’epoca dei fatti sottoposti agli arresti domiciliari, avrebbero approfittavano delle autorizzazioni per recarsi al SER.T. di Noto, o di altri permessi loro accordati dall’Autorità Giudiziaria per esigenze di vario genere, per incontrare i loro fornitori e reperire lo stupefacente che poi veniva spacciato. Eroina trasportata nascondendola anche in panino, in un’occasione. Il nome dell’operazione è relativo a quanto dichiarato durante una telefonata intercettata, quando Maria Parisio, per acquistare la droga da rivendere,arevve telefonato a Bianca, chiedendo un appuntamento e concludendo  dicendo di fare “tà-tà” . L’orario coincideva col numero di grammi di sostanza da acquistare. Durante uno dei servizi di osservazione controllo e pedinamento, messo in campo dai Carabinieri, la donna è stata infatti trovata in possesso di 3 grammi di sostanza stupefacente dopo aver fissato proprio per le 3 l’appuntamento

A conferma del quadro accusatorio, nel corso dell’esecuzione delle ordinanze di custodia cautelare, e delle perquisizioni domiciliari, i Carabinieri hanno rinvenuto varie altre dosi di marijuana, eroina ed hashish, procedendo a denunciare a piede libero 3 degli indagati anche per l’ulteriore reato di detenzione illecita di sostanza stupefacente. Agli stessi soggetti sono stati sequestrati anche circa  600 euro in contanti poiché ritenuti provento di pregressa attività di spaccio. Un quarto soggetto, anch’egli sottoposto a perquisizione, è stato invece denunciato per detenzione abusiva di munizioni All’attività condotta questa mattina hanno preso parte circa 50 Carabinieri, con 24 autoveicoli, 2 unità cinofile ed un elicottero: questo il dispositivo messo in campo dal Comando Provinciale dei Carabinieri di Siracusa nella notte appena trascorsa per trarre in arresto le 7 persone e perquisire 14 abitazioni complessive alla ricerca di stupefacenti.




Coronavirus, deciso lo stop per tutte le attività non essenziali

I numeri dei morti da coronavirus in Italia continua a crescere. E il premier Giuseppe Conte ha parlato ieri nella tarda serata alla nazione. Una diretta via Facebook, sulla pagina della Presidenza del Consiglio dei ministri. E annuncia una nuova stretta a partire da domani. “È necessario compiere un altro passo – spiega – dobbiamo chiudere in tutto il territorio nazionale ogni attività produttiva non necessaria, non indispensabile a garantire beni e servizi essenziali”.
Chiudono le fabbriche, quindi. Molte, ma non tutte. “Continueranno a restare aperti tutti i supermercati, i negozi di generi alimentari e di prima necessità. Non c’è ragione di fare code e corse agli acquisti”, si affretta a precisare. “Resteranno aperte farmacie, servizi bancari, postali assicurativi, assicureremo tutti i servizi pubblici essenziali come i trasporti”.

Oltre a questi settori, consentito solo il lavoro in smart working e attività produttive rilevanti per il Paese.
“Riduciamo il motore produttivo dell’Italia, ma non lo arrestiamo”. Una decisione “difficile ma necessaria. Lo Stato comunque c’è. Uniti ce la faremo”.
Sul fronte mascherine, ne stanno per arrivare 12 milioni dalla Cina. Saranno le prime dei lotti da 100 e 50 milioni stipulati dal Governo con la Byd e un’altra azienda privata cinese attraverso la mediazione della Farnesina.