C’è un tesoro ellenistico a Casina Cuti, le grandi pulizie lo riportano a vista. E ora?

 C’è un tesoro ellenistico a Casina Cuti, le grandi pulizie lo riportano a vista. E ora?

La grande area alle spalle di Casina Cuti è stata finalmente ripulita. Una vegetazione spontanea cresciuta a dismisura connotava quel terreno in zona centrale, tra Teracati e via Cavallari. E questo, insieme ad una recinzione in ferro dal verde ormai sbiadito, ne dava un’idea di abbandono e trascuratezza poco in linea con le necessità di una zona a concentrazione turistica, servizi e commercio. Tanto che, negli anni scorsi, si era anche pensato a realizzarvi un grande parco urbano o un parcheggio scambiatore.
Idee e progetti destinati a scontrarsi con la natura prettamente archeologica di quel terreno. L’area è infatti sottoposta a vincolo archeologico diretto (ex art.10 d.lgs 42/2004), zona di tutela A del parco archeologico e con livello di tutela 3 del piano paesaggistico. Insomma, il massimo possibile con inedificabilità assoluta. L’unica cosa fattibile, quindi, era ripulire quanto meno il terreno, togliere quella vegetazione selvaggia e provare a dare un senso agli scavi sottostanti, avviati da Giuseppe Voza. Appena sotto ai piedi, sono visibili i resti dell’abitato romano ed ellenistico di Siracusa.

Ci ha pensato il Comune, pur non essendo proprietario dell’area. Dopo aver incassato il parere favorevole alla pulizia, rilasciato dalla Soprintendenza ai Beni Culturali, nei giorni scorsi gli operai sono entrati nella zona. Con tutte le cautele del caso, e con il controllo degli archeologi, hanno ripulito il grande terreno diventato purtroppo negli anni anche ricettacolo di rifiuti, da parte di quanti approfittavano di un cancello ammalorato e dell’alta vegetazione. I fondi sono stati prelevati dal fondo di riserva del sindaco.
Cosa fare adesso di quell’area? Se è vincolata archeologica, andrebbe almeno resa visitabile (oltre che visibile con pulizia ciclica). E pare che da parte della direzione del Parco si stia ragionando su una possibilità di questo tipo. Una delle soluzioni ipotizzate, ma non ancora approfondite in dettaglio, punterebbe sulla realizzazione di una pedana sospesa, un camminamento realizzato con struttura leggera, in modo da inserire anche quell’area archeologica tra i sentieri di visita della Neapolis. Garantirne la pulizia in maniera ciclica e puntuale sarebbe, intanto, un primo e importante passo avanti.

 

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