Cgil, Cisl e Uil: “Tante vertenze aperte, pronti alla mobilitazione generale”
Cgil, Cisl e Uil hanno aperto il “libro” del 2018 volgendo uno sguardo al 2019, nella consueta conferenza stampa di fine anno svoltasi alla Cgil con i tre segretari provinciali Roberto Alosi, Paolo Sanzaro e Stefano Munafò.
“Solidarietà ai centri del catanese quale introduzione doverosa (oltre all’evento luttuoso che ha caratterizzato il mondo dello sport con la morte di un tifoso a Milano) – hanno esordito i segretari – perché il nostro territorio insiste su una fascia sismica e ci sono emergenze di rischio idrogeologico e di risanamento ambientale a cui far fronte. Dunque occorre richiamare la coesione territoriale perché qui si è stati abbandonati dalle istituzioni. E c’è dunque esigenza di investimenti, anche perché in questo 2018 ci saremmo aspettati un cambiamento che non c’è stato. Ci sono tassi di disoccupazione al 23% e quello giovanile supera il 50 (preso in considerazione anche un servizio sul Sole 24 Ore di poco tempo fa su qualità della vita e occupazione appunto, ndr). Da qui sono andati via 12mila giovani, il 70% dei quali laureati. Noi qui abbiamo il problema dell’immigrazione ma anche dell’emigrazione dei nostri giovani e ciò si riflette in maniera negativa perché qui non c’è più un ricambio generazionale in qualsiasi settore”.
“C’è un elenco molto lungo delle vertenze aperte nel 2018 e che ci porteremo nel 2019 – hanno aggiunto Alosi, Sanzaro e Munafò – Basti pensare ai lavoratori dell’ex Provincia, gli Enti locali visto che nei vari Comuni ci si avvia al pre-dissesto finanziario, poi in fatto di assistenza socio-sanitaria siamo in deficit e non si riesce a mantenere i servizi minimi, così come la questione appalto rifiuti. E non ci dimentichiamo l’attenzione rivolta all’area industriale, con tutte le conseguenze negative che ciò comporta in termini di sicurezza e ambiente. C’è un problema di infrastrutture e programmazione seria (la metafora dell’interruzione della Cassaro-Ferla ne è stata un’emblema, ndr). Per questi motivi abbiamo avviato dei tavoli con Confindustria e la Prefettura per fare ancora più squadra”.
“Ci avviamo dunque a una grande mobilitazione unitaria entro la fine del mese di gennaio – questa la chiosa finale – affinché la nostra voce possa essere ancora più forte contro i governi regionali e nazionali profondamente assenti, perché occorre riportare al centro il tema del lavoro”.