"Chiedilo a loro": la Cei sceglie Siracusa e la chiesa di San Metodio. "Mille famiglie in difficoltà"
E’ ancora in corso la campagna di comunicazione 8xmille della Conferenza episcopale italiana “Chiedilo a loro” (www.chiediloaloro.it) che ha l’obiettivo di ricordare il valore della partecipazione. In evidenza alcuni tra i progetti realizzati grazie alle firme dei contribuenti, scelti tra le migliaia sostenuti in questi anni. La campagna, quest’anno, ha fatto tappa a Siracusa per raccontare i diversi progetti diocesani sostenuti anche con i fondi 8xmille e all’impegno di decine di operatori e volontari. Si tratta di diverse iniziative che rientrano nel piano globale della Caritas siracusana per l’ascolto e il supporto familiare.
Don Marco Tarascio, direttore della Caritas diocesana è parroco di San Metodio, nel quartiere di frontiera Akradina, zona nord di Siracusa, dove fino al 2006 mancava la chiesa e la messa veniva celebrata in un vagone donato dalle Ferrovie dello Stato. Oggi (anche con l’8xmille) la nuova parrocchia è una realtà, in pietra, parola e opere di vicinanza al popolo di Dio, specie dove sicurezza e occupazione restano ancora indietro.
Proprio a San Metodio c’è uno dei punti d’accesso al piano diocesano: lo Sportello Giovani. Secondo l’Istat, nel siracusano il 3,8% degli under 19 non ha licenza media né diploma, valore decisamente superiore alla media nazionale (2.1%), così com’è troppo alta la quota di giovani che non studia ed è anche fuori dal mercato del lavoro: 20.4% rispetto al 12.3% medio italiano.
Per questo è nato il progetto “Ci interessiamo a te” che unisce l’obiettivo del contrasto alla dispersione scolastica e del successo formativo degli studenti, con quello dell’affiancamento a nuclei familiari in difficoltà. Grazie ai fondi destinati al progetto è stato possibile sostenere i giovani per il pagamento delle tasse scolastiche, acquisto di libri e materiali, spese per trasporti e mense, fino all’orientamento per chi si iscrive all’università.
“Il problema reale sono i nuovi poveri, coloro che a 40-50 anni si sono ritrovati senza un posto di lavoro, senza la possibilità di pagare il mutuo della propria casa, di mandare i figli a scuola, sfrattati. Contiamo almeno mille famiglie con gravissime difficoltà – spiega don Tarascio – ad una parte delle quali mancano periodicamente beni di prima necessità. Chi entra improvvisamente in uno stato di povertà la prima cosa che mette da parte è la salute. Per questo motivo abbiamo avviato anche una serie di iniziative per fronteggiare questa problematica dilagante: dalla fornitura di medicinali al coinvolgimento di amici medici che collaborano a titolo gratuito. Le emergenze registrate dai centri ascolto diocesani riguardano il reddito (96%), la scuola (91%), l’occupazione (86%), la famiglia (52%), l’abitazione (35%), poi salute, relazioni e dipendenze”.
Quattro video, disponibili sul sito www.chiediloaloro.it, raccontano i servizi offerti attraverso la testimonianza del direttore della Caritas, dei volontari, degli operatori e delle famiglie che qui trovano risposte concrete ai propri bisogni nel segno della solidarietà.