Classifica delle città green, male Siracusa: raccolta differenziata e dispersione idrica le note dolenti

Siracusa non è la regina green della vivibilità ambientale urbana. A dirlo è il rapporto annuale Ecosistema Urbano di Legambiente, Ambiente Italia e il Sole24Ore. Secondo il report, Siracusa si posiziona al 92esimo posto nella classifica generale, che vede il gradino più alto del podio occupato da Reggio Emilia, e a seguire Trento e Parma. Male, invece, il Meridione con otto capoluoghi tra le ultime 10 della graduatoria: Caserta (98esima), Catanzaro (99), Vibo Valentia (101), Palermo (102), Napoli (103), Crotone (104), Reggio Calabria (105), Catania (106) che lo scorso anno era penultima.
L’indagine, svolta sui 106 capoluoghi, tiene conto di 20 indicatori distribuiti in 6 aree tematiche (aria, acque, rifiuti, mobilità, ambiente urbano, energia), scatta una fotografia delle città in cambiamento. Lo smog resta un’emergenza urbana, sottolinea Legambiente nel suo studio: “Rispetto agli ultimi cinque anni, il biossido di azoto è l’unico parametro che sembra segnare una tendenza in calo”, si legge.
Ad incidere in maniera negativa sulle prestazioni ambientali delle principali città, oltre ai problemi come lo smog, l’inquinamento, il consumo di suolo, secondo Legambiente “pesano i ritardi nel contrasto alla crisi climatica, su rigenerazione urbana, efficienza energetica, mobilità sostenibile e gli impatti dell’overtourism, un tema nuovo e in espansione nei nostri centri urbani.”
Un dato interessante, in negativo, per Siracusa è quello relativo alla raccolta differenziata; infatti, la città di Archimede si posiziona all’89esimo posto. Sono noti i problemi relativi alle discariche abusive presenti in città, la spazzatura che rimane in strada per giorni e le aree popolari che soffrono come non mai. Le percentuali, inoltre, non mentono e riflettono il fallimento della raccolta differenziata in provincia di Siracusa, terz’ultima secondo i dati dell’ecoforum rifiuti di Legambiente (giugno 2024, ndr) con una percentuale del 52,1%, lontanissima dall’obiettivo minimo del 65%. Tolte alcune virtuose eccezioni (Sortino, Ferla, Canicattini e Floridia oltre il 75% e poi Melilli e Avola sopra il 70%), il dato è sconfortante, ma aderente alla realtà. La differenziata siracusana, con un ancora pesante ricorso alle discariche ed agli abbandoni massivi di rifiuti, è un fallimento. Il secco residuo (l’indifferenziato) rimane dopo anni ancora la frazione più “pesante”. Insomma, non si differenzia per davvero. E non è un caso se nessun comune siracusano rientra nella speciale classifica dei comuni rifiuti free di Legambiente, ossia quelli con una produzione di rifiuti indifferenziati sotto a 75 Kg per abitante.
Un altro aspetto da notare, sempre in negativo purtroppo, è quello relativo alla dispersione idrica. Siracusa, infatti, si classifica, secondo i dati del Sole 24Ore, al 98esimo posto rispetto alla media nazionale di riferimento. Secondo le rilevazioni dell’Istituto nazionale di statistica (Istat,ndr) di alcuni mesi fa (vedi qui), a Siracusa si perde il 65,2% dell’acqua immessa nella rete idrica e risulta essere una delle percentuali più alte in Italia.