Claudio Fava a Siracusa: “Rifiuti, emergenza regionale. Business nelle mani di pochi”

 Claudio Fava a Siracusa: “Rifiuti, emergenza regionale. Business nelle mani di pochi”

Il presidente della commissione regionale antimafia, Claudio Fava, ha partecipato ad un incontro pubblico organizzato da Articolo Uno, a Siracusa.
Fava, candidato alle primarie del centrosinistra per la presidenza della Regione, è reduce anche da un duro scontro con il presidente Musumeci, da lui accusato di aver chiesto un favore – una mediazione per un incontro con Berlusconi – a Dell’Utri, condannato per mafia.
Lo abbiamo incontrato a margine di questo suo incontro siracusano, per parlare del sistema di gestione dei rifiuti, al centro peraltro di una inchiesta della sua commissione, e di una raccolta differenziata che stenta ancora a decollare in Sicilia, specie nei grandi centri. E questo, secondo Fava, avverrebbe per la connivenza di certa politica che a parole vuole cambiare sistema, senza cambiare, però, le premesse.
“La gestione dei rifiuti è una emergenza siciliana, un business concentrato nella mani di pochi. Le discariche sono private e senza spazio per investimenti pubblici per incrementare il riciclo ed il riuso. Non credo accada per caso. Forse chi gestisce le politiche pubbliche è miope, o forse vuole garantire gli interessi di chi ha, nei fatti, un monopolio nella discariche”, è l’analisi di Claudio Fava.
Il presidente della Regione, nei giorni scorsi, nel corso di una intervista, ha detto che i siciliani hanno un problema culturale verso la differenziata. “Una affermazione ridicola e offensiva. Per lui i siciliani sono culturalmente incapaci? È una cazzata (dice proprio così, ndr), basta guardare i dati della differenziata. Ci sono grandi città siciliane con percentuali al di sopra della soglia fissata del 65%, e altre buone realtà come Siracusa al 50%. E poi ci sono Palermo e Catania con percentuali ridicole. Quindi è evidente che il problema non è la cultura, ma le politiche messe in atto e le scelte amministrative che permettono di lavorare sulla differenziata. La Regione, piuttosto, non ha mai esercitato i poteri di supplenza sostitutivi che la legge le attribuisce”, argomenta il presidente della commissione regionale antimafia. Quanto a Siracusa città, “il suo dato percentuale è significativo. Positivo rispetto a Messina, Catania e Palermo. Un dato in crescita che può riportare una città importante come Siracusa su di un livello di dignità che è fissato per legge. Quello che è mancato è stato un intervento chirurgico su Palermo e Catania, anzichè gravare sulle altre realtà che hanno avviato una buona differenziata”.
La soluzione individuata dal governo di Palermo per porre fine al monopolio delle discariche ed ai flop dei grandi capoluoghi è la termoutilizzazione. “Tutta questa situazione è un pretesto per bruciare rifiuti. La termovalorizzazione è soluzione del problema partendo però dalla parte finale”, dice secco Claudio Fava. “Siccome non riusciamo a differenziare, non creiamo un ciclo utile e produttivo, dobbiamo bruciare. Ecco, stiamo rinunciando alla possibilità di creare filiere produttive attraverso economie circolare sui rifiuti. E per farlo utilizziamo fandonie. Sapete che una tonnellata di rifiuti bruciate equivale ad una tonnellata e mezzo di diossina e CO2? Pagheremo per queste emissioni in atmosfera. Denari che finiscono in bolletta. E parliamo di una tecnologia che richiede almeno 7 anni per essere realizzata quando oggi è già obsoleta in Europa”.

 

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