Consorzio Plemmirio, nervi tesi tra Italia e Prestigiacomo sulla Stazione Anton Dohrn
Chiamato in causa dalla parlamentare Stefania Prestigiacomo (FI), il sindaco Francesco Italia non si tira indietro. E replica a brutto muso alle accuse (“colpo di mano”) sull’ingresso – con modifica statutaria – della Stazione Zoologica Anton Dohrn nel Consorzio di gestione dell’Amp Plemmirio, composto oggi al 50% da Comune ed ex Provincia Regionale.
“Il commissariamento della ex Provincia di Siracusa e il suo successivo dissesto hanno indotto il ministero dell’ambiente ad esprimere forti perplessità sulla prosecuzione delle attività dell’Amp che, di fatto, a seguito della riduzione del personale dell’ex provincia e del mancato contributo alla gestione, rischiava il commissariamento”, scrive Italia. “È stato, quindi, proprio il ministero, già dal 2015 a chiedere all’Amp di individuare un nuovo partner che ne consentisse il rilancio. Dopo altri tentativi non andati a buon fine – aggiunge il sindaco – l’Area Marina Protetta, in un continuo e costante rapporto di interlocuzione col ministero che dura ormai da due anni, ha individuato come partner la Stazione Zoologica Anton Dohrn”.
E’ un ente pubblico di ricerca e formazione, sotto il controllo del Miur e della Corte dei Conti. Secondo le modifiche statutarie concordare, entrerà nel Consorzio con il 33% delle quote. “Non si occupa solo della biologia marina del golfo di Napoli ma di larga parte del mar Mediterraneo di cui, anche il mare nostrum fa parte. Non penso, dunque, di far torto ad alcuno dicendo che nessun ente siciliano ha profili assimilabili a quello della Stazione Anton Dorhn”, dice ancora il primo cittadino rispondendo ad alcune perplessità mosse dalla Prestigiacomo.
“Le condizioni di ingresso del nuovo consorziato, che prevedono un contributo di 50.000 euro una tantum, di 15.000 euro annui più un ricercatore presso l’Amp, non sono state decise o proposte da me ma individuate dall’Amp attraverso successive riunioni e frequenti carteggi svoltisi nella più assoluta trasparenza insieme ai dirigenti e funzionari del ministero dell’ambiente”, argomenta Francesco Italia. “Nessun colpo di mano o svendita, ma il tentativo di sottrarre l’Area marina ad un destino di commissariamento o di stretta sopravvivenza che, se pur può apparire come la migliore prospettiva per qualche ghiotto predatore dei nostri mari, solo una partnership specializzata, prestigiosa e internazionale sono in grado di garantire”, il senso dell’operazione secondo Franceco Italia.