Cori razzisti dagli spalti, Jonica-Avola è un caso. “Avolesi più forti, spiace per beceri ululati”

 Cori razzisti dagli spalti, Jonica-Avola è un caso. “Avolesi più forti, spiace per beceri ululati”

Finale incandescente e con strascichi polemici per la partita tra Jonica e Città di Avola. Gara del campionato di Eccellenza, è terminata prima del 90′ quando i padroni di casa hanno deciso di uscire dal terreno di gioco lamentando “cori razzisti” dagli spalti, da parte di alcuni tifosi avolesi arrivati al comunale di Bucalo di Santa Teresa di Riva (Me) per sostenere la loro squadra. L’Avola era in vantaggio per 3-0. Ad essere preso di mira dai “buuu” razzisti, l’attaccante messine Jairo Alegria. La punta classe ’98 infatti si è seduta in campo, rifiutandosi di proseguire l’incontro, per poi abbandonare il rettangolo di gioco insieme ai suoi compagni.
La squadra messinese ha voluto stigmatizzare l’accaduto sui suoi canali social esprimendo ferma condanna di “cori razzisti, continuati e percepiti da tutto lo stadio, provenienti in maniera inequivocabile dal settore ospiti nei confronti del nostro tesserato Jairo Alegria, al quale esprimiamo la nostra solidarietà”.
Non si è fatta attendere la replica dell’Avola, che “smentisce e precisa le inesattezze pubblicate via social dalla Società Fc Jonica”. Per la società avolese, “la partita giocata intensamente e condotta 0-3 dai nostri ragazzi, all’ 85’ non è stata sospesa, bensì abbandonata dalla squadra locale, che riceveva ordini dai vertici societari dopo aver sentito ipotetici insulti razzisti. Semmai fosse successo, ci discostiamo nettamente da tale isolato gesto. Ma usare un tema delicato e complesso come il razzismo per mascherare responsabilità e sconfitta è un atteggiamento anti sportivo e altrettanto intollerabile. Diffidiamo chiunque proverà a ledere l’immagine della nostra società e della nostra città, solo allo scopo di alzare un polverone che nasconda la vera differenza vista in campo”.
Anche il vice presidente dell’ASD Città Di Avola Enzo Coffa ha voluto fare chiarezza. “C’è stato qualche ululato da un paio di ultrà che sono stati immediatamente identificati”, dice alla redazione di SiracusaOggi. “Ma voglio sottolineare che la gran parte dei tifosi si è schierata contro l’episodio. L’unico obiettivo della Jonica era quello di vincere la partita a tavolino. Adesso si attende il referto dell’arbitro, che arriverà mercoledì, e le conseguenti decisioni del giudice sportivo. Quello che voglio sottolineare è che l’Asd Città di Avola non è una società razzista e condanna ogni forma di razzismo”.
Le polemiche però non si placano le polemiche, a colpi di social e comunicati ufficiali. “A margine di quanto letto tra media e web ci corre l’obbligo precisare che il Città di Avola stava vincendo largamente con merito e che non abbiamo nessuna intenzione di speculare sull’esito sportivo. Non abbiamo mai accusato di razzismo né i dirigenti nè i tesserati della compagine aretusea, né tanto meno i cittadini avolesi verso i quali abbiamo il massimo rispetto e la cui ospitalità non può essere intaccata dal gesto infausto di qualche singolo soggetto”, chiarisce la Jonica. “Riteniamo, forse sbagliando, ma è la nostra opinione, che la gara è da intendersi sospesa perché il direttore di gara non ha emesso il triplice fischio”. E la sospensione della partita diventa un giallo. Il vice presidente dell’Avola sottolinea come “la partita non sia stata sospesa dall’arbitro per gli insulti ma per l’abbandono della squadra messinese”.
Il presidente della Jonica, Roberto Cosentino, prova a spegnere le polemiche. Con lucidità spiega il senso di quel gesto alla redazione di SiracusaOggi. “La situazione è abbastanza chiara. Non è stata una volontà precisa per ottenere vantaggi sul campo, perché non sarà cosi. Il campo non ha lascito dubbi e vorrei sottolineare che l’Avola ha meritato il risultato ottenuto sul campo. Ci dispiace per la città di Avola, ma è importante combattere l’ignoranza di alcuni tifosi. Il giudice sportivo – continua – probabilmente non assegnerà i tre punti alla Jonica, ma sicuramente impedirà a questi individui l’ingresso negli stadi. Prendiamo atto di quello che è successo e adesso va affrontato. Da parte nostra ci sarà sempre rispetto per l’Asd Avola e la sua città”.
Non resta allora che attendere le decisioni del giudice sportivo, rinnovando – come fatto da tutti i protagonisti di questa vicenda – ferma condanna verso tutte le becere espressioni di razzismo.

 

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