Coronavirus e sport di base, palestre comunali: cosa fare? Priolo chiude, gli altri no
Sospese le attività didattiche, come comportarsi con le attività sportive di base che solitamente vengono svolte nelle palestre comunali o in quelle delle stesse scuole? Il primo a prendere l’iniziativa, in provincia di Siracusa, è stato il Comune di Priolo con il sindaco Pippo Gianni che ha disposto sino al 15 marzo la chiusura. “Già informate le associazioni sportive dilettantistiche assegnatarie di spazi. Tutto ciò a seguito delle disposizioni impartite ieri con il Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che prevede anche la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado fino alla stessa data. Le misure sono state decise per contenere la diffusione del contagio da Coronavirus”. Sin qui la nota emessa dall’amministrazione priolese.
Ma rischia di essere una posizione isolata. Nessun altro sindaco sembra, infatti, intenzionato ad adottare un simile provvedimento. D’altronde la linea uniforme tracciata con la Prefettura imporrebbe di attenersi alle disposizioni del governo che, nel citato decreto, peraltro non dispone automaticamente la chiusura delle palestre.
Al punto C dell’articolo 1 del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri si legge testualmente che “lo sport di base e le attività motorie in genere, svolte all’aperto ovvero all’interno di palestre, piscine e centri sportivi di ogni tipo, sono ammessi esclusivamente a condizione che sia possibile consentire il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro”.
Se, pertanto, lo spazio è sufficiente a garantire una simile distanza tra una persona e l’altra non viene ravvisata la necessità di bloccare anche l’attività sportiva di base. Ed a questo si stanno uniformando i restanti Comuni siracusani.
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