Dipendenti costretti a restituire metà stipendio: sei rinvii a giudizio, prima udienza a settembre
Compariranno il 24 settembre davanti al giudice del tribunale di Siracusa i sei imputati, tutti incensurati, accusati di estorsione ai danni di tre dipendenti di un distributore di benzina della zona sud della provincia di Siracusa. Avrebbero lavorato 8 ore al giorno per 500-600 euro. La loro busta paga sarebbe, però, stata di mille e 200 euro. La differenza tra quanto percepito e quanto “scritto” sarebbe stata versata mensilmente al titolare. Prima udienza per S.F., 56 anni; C.M.G., 29 anni; C.P., 54 anni; C.C., 52 anni; C.M.C., 51 anni; e C.V., 27 anni. Un danno economico per i dipendenti quantificato in circa 200 mila euro. Sia per non aver percepito lo stipendio per intero, sia per aver comunque dovuto pagare le tasse per denaro mai incassato. La denuncia risale a 4 anni fa. I carabinieri avviarono un’indagine arrivando al sequestro della società per un anno circa. Rinviati a giudizio con l’accusa di estorsione quelli che erano i soci che gestivano distributore e bar . Secondo l’accusa, per assicurarsi il regolare svolgimento di questo meccanismo, i soci avrebbero minacciato i dipendenti di licenziamento. Anche la richiesta di alcuni giorni di malattia sarebbe stato un “problema”, con atteggiamenti vessatori. Dopo un anno in amministrazione giudiziaria, la società è stata restituita ai proprietari. Solo uno di loro avrebbe ripreso tale attività.
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