Covid: in Terapia intensiva servono anestesisti e Siracusa chiede aiuto alla vicina Catania
E’ in sofferenza la terapia intensiva dell’ospedale Umberto I di Siracusa. Non solo per i posti letto, quasi tutti occupati sotto la pressione del covid. C’è un altro e grave problema: mancano gli anestesisti. Disponibili in altre strutture del siracusano non ce ne sono ed in attesa della definizione della graduatoria del recente concorso, l’unica soluzione immediata è apparsa la stipula di una seconda convenzione (sussidiaria e residuale) con il Cannizzaro di Catania. Non è stata giudicata, infatti, “bastevole” (definizione del direttore del dipartimento di Emergenza) quella precedente che a luglio scorso ha visto l’Asp di Siracusa contattare il San Marco, sempre di Catania.
“A fronte della drammatica situazione di carattere sanitario, conseguente alla pandemia da covid-19, è necessario intervenire tempestivamente a supporto delle funzioni del soccorso sanitario ospedaliero, attraverso un incremento strutturale di risorse umane per evitare il collasso della funzione stessa”, scrive la Asp di Siracusa, motivando il ricorso alle convenzioni.
“La cronica carenza di personale di anestesia e rianimazione” nell’ospedale di Siracusa non è purtroppo una novità. Il livello di pressione del covid sulle strutture sanitarie locali la rende, però, ancora più evidente. Già a marzo, durante la prima ondata, l’Asp era stata invitata ad avvalersi della collaborazione di una società esterna, per il reperimento di prestazioni anestesiologiche di un minimo di 400 ore/mese, e per un periodo di cinque mesi (costo 40mila euro circa).
Ora i nuovi accordi, l’ultimo – con il Cannizzaro – deliberato il 19 novembre. Così l’ospedale siracusano può avere disposizione il personale necessario per le prestazioni di anestesia e rianimazione, “al fine di assicurare l’attività delle terapie intensive legata all’emergenza epidemiologica da covid-19”.
I dirigenti medici anestesisti e rianimatori che saranno impiegati a Siracusa, si vedranno riconoscere un rimborso individuale di 120 l’ora, per turni da 6 a 12 ore, per due accessi settimanali, oltre eventuali spese di vitto e alloggio. Sulla congruità del tariffario, chiesto ed ottenuto lo sta bene dell’assessorato regionale della Salute.
foto avvenire.it