Covid: non sono vaccinate, sospese due infermiere siracusane. Altri 9 infermieri al vaglio
Due infermiere siracusane sono state sospese dall’Ordine delle Professioni Infermieristiche perchè non ancora vaccinate. Si tratta delle prime due decisioni di questo tipo che riguardano infermieri del siracusano, in servizio in strutture sanitarie pubbliche. Il provvedimento dispone “la sospensione temporanea dall’esercizio della professione per inadempimento dell’obbligo vaccinale”. La sospensione rimarrà in vigore “fino all’assolvimento dell’obbligo vaccinale o comunque non oltre il 31/12/2021, attuale scadenza prevista dalla legge, salvo proroga”.
Secondo alcune fonti infermieristiche, le due non erano attualmente in servizio in reparti ospedalieri della provincia ed in attesa di contratto.
La ricognizione effettuata dall’Ordine Provinciale degli Infermieri, di concerto con l’Asp di Siracusa, ha permesso di risalire ad un totale di 11 infermieri non ancora vaccinati. Anche gli altri 9 rischiano la sospensione dal servizio “senza retribuzione, altro compenso o emolumento, fino all’assolvimento dell’obbligo vaccinale”. Ad onor del vero, la posizione di uno di loro appare più “leggera”: si tratta di un infermiere siracusano ma in servizio nel nord Italia, dove si è sottoposto a vaccinazione. Il dato non era però in possesso dell’Asp aretusea perchè, appunto, vaccinato presso altra azienda sanitaria.
Gli infermieri a rischio sospensione verranno convocati dall’Ordine professionale per verificare ed eventualmente chiarire la loro posizione, prima dell’altrimenti inevitabile sospensione. Su di un totale di circa 2.600 infermieri in provincia di Siracusa, solo questi 11 risultano non ancora vaccinati. Un dato che conforta il presidente provinciale, Nuccio Zappulla. “Abbiamo lavorato sin dall’avvio della campagna vaccinale per sensibilizzare ed informare gli infermieri e le infermiere della nostra provincia. E l’altissima adesione ci conforta circa la bontà del lavoro svolto. Spiace per chi, per sue valutazioni, non ha ottemperato all’obbligo previsto per le professioni sanitarie”, le parole di Zappulla.