Crisi dei rifiuti in Sicilia orientale: la Regione nicchia e Siracusa rischia un nuovo stop
La crisi dei rifiuti in Sicilia orientale non è destinata a rientrare a breve. Le soluzioni di emergenza messe in campo dalla Regione lasciano il tempo che trovano e, ancora una volta, scatta il limite di conferimento in discarica a Lentini per tutti quei comuni (tra cui Siracusa) che lì portano i loro rifiuti indifferenziati. Si torna alle 500 tonnellate al giorno, alle file dei camion all’esterno dell’impianto ed all’impossibilità di riuscire a svuotare tutti i mezzi.
Il che significa che il rischio che la spazzatura possa rimanere sulle strade, a Siracusa come a Catania e Ragusa, è concreto. Nel capoluogo aretuseo, torna in forse la raccolta di giovedì.Non a caso, in questi giorni il volume di immondizia sulla pubblica via cresce. Non c’è dove conferire i rifiuti e con i mezzi pieni non si riesce più a garantire neanche la raccolta puntuale delle frazioni. L’unico soggetto che può scongiurare il peggio è la Regione, ma trent’anni di immobilismo in materia di sistema di gestione dei rifiuti dicono tanto della possibilità di attendersi un colpo di coda improvviso.
Per scongiurare il peggio, la Regione aveva chiesto lo scorso 1 giugno la disponibilità di altre tre discariche per i rifiuti di quei Comuni che non riescono più a conferire in Sicula Trasporti. Il piano straordinario, della durata di 90 giorni, prevedeva 2.000 tonnellate a settimana presso Catanzaro Costruzioni, 2.300 tonnellate a settimana a Gela (Ato CL4) e 1.500 a settimana a Oikos. Ma ieri l’impianto di Gela ha comunicato la propria indisponibilità a ricevere i rifiuti concordati, rispedendo i camion indietro. Catanzaro Costruzioni ha ridotto il limite a 500 tonnellate a settimana fino al 22 giugno e solo dopo quella data alle previste 2000 a settimana. Infine, Oikos ha dato disponibilità per 15 giorni. La palla torna di nuovo alla Regione. Ma senza impianti pubblici e con le discariche private sature, cosa saprà tirare fuori dal cilindro?
Intanto le città rischiano di ritrovarsi sommerse dai rifiuti, anche per colpa dei ritardi con la differenziata di Catania. La crisi dei rifiuti del capoluogo etneo grava anche sulle nettamente migliori performance della differenziata nelle province di Siracusa e Ragusa. Ed anche in questo caso, la Regione si mostra benevola verso chi invece ha sino ad ora seguito regole tutte sue e poco rispettose degli altri. Eppure il presidente Musumeci potrebbe utilizzare i poteri sostitutivi contro il comune di Catania. Ma politicamente non ne ha interesse. Meglio lasciare le altre province sotto la monnezza?