Crisi del petrolchimico, stoccata di Baio e Blancato: “Il Pd è passivo, sparito dai radar”
L’unico segnale del governo sulla situazione del petrolchimico siracusano è, al momento, la convocazione di un tavolo tecnico in remoto per lunedì 31 maggio con la partecipazione del sottosegretario allo Sviluppo Economico, Alessandra Todde. “Iniziativa utile, frutto delle pressioni dei parlamentari siracusani dei Cinque Stelle”, dicono Salvo Baio e Mario Blancato (Pd). “Deve essere chiaro però che quando il governo istituisce un tavolo negoziale o ha soluzioni concrete da proporre oppure l’incontro accentuerà la tensione”, la specifica dopo il bon ton istituzionale. E’ chiaro che si attendono novità sulla dichiarazione di area di crisi industriale complessa, attesa come un salvagente.
I due dirigenti siracusani del Pd non possono non notare come di fronte alla “gravità della situazione” non ci siano segnali di “mobilitazione generale, unità delle forze sociali e politiche, degli enti locali, delle associazioni di categoria. Finora le reazioni sono state deboli ed evanescenti”.
Il silenzio più rumoroso? “Quello del nostro partito, il Pd, che a Siracusa è sparito dai radar della politica e sul caso del petrolchimico non ha detto una sola parola. Addirittura un assessore comunale Dem ha scritto sui social che bisogna boicottare la russa Lukoil. Stesso silenzio da parte dei ministri e sottosegretari del Pd”.
Una situazione che preoccupa Baio e Blancato, che non vogliono “assistere passivamente al declino del nostro insediamento industriale”.
Poi una pizzicata al sindaco di Siracusa. “Da quanto abbiamo letto, ci sembra di capire che il sindaco di Siracusa non prenderà parte al tavolo negoziale. Delle due l’una: se si tratta di una sua rinuncia, è grave; se non è stato neanche invitato è ancora più grave, perchè le istituzioni prescindono da chi le rappresenta”.