Dad solo per i non vaccinati, tutela o discriminazione? Rispondono i dirigenti scolastici siracusani

 Dad solo per i non vaccinati, tutela o discriminazione? Rispondono i dirigenti scolastici siracusani

Le nuove regole per la scuola, entrate in vigore ieri, stanno alimentando un acceso dibattito. Nella gestione dell’attività didattica sono state previste azioni diverse per gli studenti vaccinati e quelli non vaccinati, unici ad andare in dad. E’ una distinzione discriminatoria? Attorno a questa domanda si interrogano presidi e famiglie, anche nel siracusano dove, intanto, già in alcune scuole ci sono classi con studenti non vaccinati che seguono le lezioni da casa, mentre gli altri compagni sono regolarmente in presenza.
“E’ bene precisare che noi, in questo momento, le regole le subiamo”, esordisce Lilly Fronte, dirigente del liceo Corbino di Siracusa e di un istituto comprensivo di Noto. “Per evitare quella che può apparire come una discriminazione, io sarei dell’idea di rendere il vaccino obbligatorio. Oggi peraltro c’è una delicata questione di privacy: sono i genitori che devono comunicare lo status vaccinale dei loro figli. Controllo green pass in classe? Lo facciamo a tutti. Ma certo è un complicarsi la vita, specie nella scuola primaria”.
Pinella Giuffrida, dirigente scolastica del comprensivo Vittorio e rappresentante dell’associazione nazionale presidi, invita a considerare l’aspetto di tutela sanitaria del principio introdotto con le nuove norme. “I non vaccinati sono tecnicamente più a rischio e pertanto la norma tende a proteggerli, lasciandoli a casa a seguire le lezioni in presenza di un rischio contagio più elevato. Da questo punto di vista, la norma potrebbe anche non essere discriminatoria. Ma certo complica l’attività didattica”.
Teresella Celesti, dirigente del comprensivo Giaracà di Siracusa e di un istituto superiore del capoluogo, è netta. “Nessuna discriminazione. In tempi di necessità, fare confusione con presunte lesioni di diritti è delitto. Abbiamo avuto cura e dovere di salvaguardare la salute. E questo sì è diritto di tutti”.

 

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