Decreto anti-rave, le perplessità del giurista di centrodestra Ezechia Paolo Reale

 Decreto anti-rave, le perplessità del giurista di centrodestra Ezechia Paolo Reale

Avvocato, apprezzato giurista, è anche una delle anime del Siracusa Institute e della Fondazione Einaudi. Ma Ezechia Paolo Reale è anche un esponente politico siracusano, riconducibile nell’alveo del centrodestra. E tutte queste caratteristiche, ne fanno un interlocutore al di sopra di ogni sospetto per esaminare il contestato decreto legge “anti-rave” del governo Meloni. “Io dico quello che penso, nell’ottica del diritto alla conoscenza, a prescindere della parte politica che porta avanti una iniziativa”, premette subito intervenendo su FMITALIA.
“Ci sono una serie di criticità evidenti. La prima è proprio il ricorso ad un decreto legge per introdurre un nuovo reato. Non è così pacifico, a mio avviso, che possa essere conforme alla Costituzione. Ricordo che c’è la riserva di legge del Parlamento per l’introduzione nuovi reati e interventi sul codice penale. Insomma, dare potere al governo di inserire una norma senza che il Parlamento l’abbia esaminata, a mio avviso, stride con il nostro ordinamento”.
Secondo Reale, la norma avrebbe poi “un evidentemente problema di grave genericità”. Come recentemente affermato anche dalla Corte Europea dei diritti dell’uomo, una norma “deve essere chiara e far capire cosa è lecito e cosa no, senza ombra di dubbio. Specie quando la pena è il carcere. Leggendo il testo in questione, l’articolato non permette di comprende con la dovuta precisione di cosa stiamo parlando. Richiama quasi la vecchia norma del codice Rocco, l’adunata sediziosa: quando ci si riunisce in più di dieci si mette a rischio l’ordine pubblico”, continua l’avvocato siracusano.
Siamo di fronte ad un provvedimento liberticida? “Diciamo che non mi appare in linea con la Costituzione, ma non perchè sia liberticda in senso lato. Il principio che viola è quello della necessità che la norma penale abbia delle qualità: punire condotte specifiche di cui il cittadino deve avere piena conoscenza. Se non riesce a farlo capire, si apre una breccia che potrebbe scardinare anche diritti costituzionali. Perchè Tizio può interpretare le norme in un modo, Caio in un altro. Così le nostre libertà potrebbero ritrovarsi in pericolo. Fermo restando che è pacifico che per determinate ragioni, come l’ordine pubblico, alcune libertà personali possano essere limitate. Ma qui si apre alla possibilità di lesioni di diritti individuali personali. Non disconosco l’esigenza di reprimere certe manifestazioni effettivamente pericolose e odiose. Ma gli strumenti li avevamo già. Il rave di Modena, ad esempio, è stato interrotto utilizzando le norme già esistenti, mica il nuovo decreto che certo non è retroattivo”.
Il decreto anti-rave rischia allora di passare per “norma bandiera” anche secondo l’esponente del centrodestra siracusano. “Non mi sembrava il momento per esordire con una misura di questo tipo. Non so se supererà la prova della conversione in legge. Anche all’interno del centrodestra esiste un’anima liberale e farà sentire la sua voce. Non solo con Forza Italia ma anche all’interno di FdI, che con il 30% è ormai un partito che abbraccia più sensibilità”.

 

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