Demolizione viadotto di Targia, scatta la fase due: la struttura viene ridotta in pezzi
E’ iniziata la fase due della demolizione del viadotto di Targia. Da questa mattina a lavoro un braccio meccanico che deve letteralmente fare a pezzi la struttura. Il mezzo speciale si è posizionato sotto le campate della struttura chiusa da anni al traffico. Ha raggiunto quella posizione utilizzando la strada di cantiere creata nel massimo rispetto dei vincolo archeologici esistenti nell’area. Ad esempio, è stato poggiato prima uno strato di tessuto non tessuto sui resti delle carraie greche e poi quantità sufficiente di stabilizzante per non causare alcun danno agli antichi segni.
Proprio per via dei vincoli di tutela, non è stato possibile far ricorso agli esplosi per le operazioni di demolizione. Si è allora progettato, con l’ausilio del Genio Civile di Siracusa, un sistema meno invasivo come, appunto, quello in atto.
La demolizione è stata finanziata dal precedente governo regionale che ha raccolto il parere positivo del Comune di Siracusa per l’abbattimento. Costo dell’operazione di poco inferiore al milione di euro. I lavori hanno inizialmente subito un forte rallentamento a causa di alcuni “imprevisti”: non erano segnalati su nessun documento ufficiale i tre cavi dati che erano stati passati sotto al viadotto. Garantiscono il collegamento di Siracusa alla rete internet e per il loro spostamento è stato necessario interpellare i rispettivi fornitori di servizio, prima di poter abbattere il viadotto.
L’ingresso e l’uscita nord di Siracusa avverranno utilizzando la bretella di Targia, soluzione provvisoria disposta come alternativa alla chiusura del viadotto divenuta ora definitiva. Una struttura in terre armate costata circa un milione di euro al Comune di Siracusa.