Depuratore Ias, Alosi (Cgil) lancia l’allarme: “Quali sono le scelte di politica industriale del Governo?”
“Una sentenza che cambia la prospettiva e accelera una crisi industriale alla ricerca di una via d’uscita che, se non avvistata velocemente, può paralizzare l’intero assetto industriale. Per la prima volta la Suprema Corte interviene esplicitamente citando la riforma della Costituzione in chiave ambientale e per la difesa delle future generazioni”. A dirlo è il segretario provinciale Cgil Siracusa Roberto Alosi, che lancia l’allarme sul destino del depuratore Ias. Nei giorni scorsi, con il decreto emesso il 31 luglio, il Gip di Siracusa ha dichiarato di non autorizzare più la prosecuzione delle attività del depuratore consortile Ias, disponendo la “disapplicazione” del decreto del Ministro delle imprese e del made in Italy del 12 settembre 2023 contenente le misure di bilanciamento tra le esigenze di continuità dell’attività produttiva e la tutela della e dell’ambiente.
“Il depuratore consortile, ritenuto dai magistrati inadatto a trattare i reflui industriali e non in grado di soddisfare il lungo elenco di prescrizioni indicate dall’amministrazione giudiziaria va, in buona sostanza, messo fuori uso. – dice Alosi – E se le imprese non possono più sversare da nessuna parte, le raffinerie non possono restare accese. Allo stesso modo non potranno essere più sversati i reflui civili di Priolo e Melilli. Uno scenario drammatico con importanti responsabilità dei governi nazionale e regionale. E drammaticamente contingentato è il tempo che rimane per affrontare gli aspetti fondamentali dell’intera questione industriale del nostro Polo nell’ambito di una visione comune e di prospettiva futura ecocompatibile per l’intera area. All’orizzonte si profila una divergenza di vedute fra Governo e Magistratura già annunciata dalla Sentenza 105/2024, che spariglia le carte e che richiama, fra gli altri, gli artt. 9 e 41 della Costituzione che introducono fra i limiti invalicabili alla libera attività economica i danni alla salute e all’ambiente”.
“Da parte nostra, da mesi chiediamo di sapere quali scelte di politica industriale intendono mettere in campo il Governo nazionale e regionale per il nostro insediamento petrolchimico, quale cronoprogramma di trasformazione nella direzione di un ecosistema industriale moderno, compatibile e tecnologicamente avanzato all’interno di un credibile piano di rigenerazione industriale. Interrogativi lasciati ancora insoluti dal Governo nazionale e regionale, quest’ultimo peraltro azionista di maggioranza dell’impianto Ias”.