“Difendere l’industria non è battaglia di retroguardia, riconversione sia con il ferro”

Questa è la settimana del primo tavolo convocato al Mimit per il futuro del polo petrolchimico di Siracusa, alle prese di mille fibrillazioni tra caso Ias e piano Eni. Al primo di tre incontri romani con il ministro Urso parteciperà anche il segretario siciliano della Uiltec, Andrea Bottaro. “La nostra è una battaglia per l’industria siciliana e l’occupazione locale. E non è una battaglia di retroguardia, come qualcuno vorrebbe far credere. È, piuttosto, una vera e propria battaglia sociale”, dice subito il sindacalista. “Dietro l’industria siciliana c’è il sacrificio delle generazioni passate, che grazie a politiche lungimiranti hanno creato le condizioni per lo sviluppo e per dare lavoro a tanti. C’è il sacrificio della mia generazione che ha studiato con impegno sui libri di chimica, fisica e meccanica per poter ambire a un’occupazione stabile nel proprio territorio. Un privilegio – prosegue Bottaro – che, purtroppo, oggi è sempre più difficile da garantire ai giovani siracusani, ragusani, gelesi e milazzesi, a noi il compito di non permettere che quella storia possa essere cancellata. C’è il sacrificio di un territorio che ha offerto le proprie risorse e bellezze all’industria in cambio di occupazione e progresso, pagando un alto prezzo ambientale fino agli anni ’90, quando la legislazione in materia di ambiente ancora non esisteva”.
Difesa della storia industriale del territorio, quindi. Ma – come ha precisato Bottaro – non è difesa di retroguardia. Il sindacato, la Uiltec, guarda al futuro che si può racchiudere in una parola: riconversione. “Una riconversione con il ferro, però. Vogliamo dire che bisogna mantenere gli impianti e i posti di lavoro sul territorio. Non ci bastano gli annunci e le rassicurazioni”, dice anticipando uno dei punti del confronto di giorno 21 e che poi proseguirà anche il 3 dicembre, sempre al Mimit, quando si parlerà proprio dei piani e dei numeri di Eni per Priolo e Ragusa.