Dissesto idrogeologico: viene giù un pezzo di costone a Fontane Bianche
Crolla un altro pezzo di falesia a Fontane Bianche, accanto alla spiaggia conosciuta come “Camomilla”. Il distacco, o la frana che dir si voglia, è ben visibile con i pezzi di roccia caduti ammassatisi sulla riva, in attesa della paziente azione del mare.
Quest’ultimo episodio avviene a pochi metri dalle prime abitazioni. Il tratto è stato inibito con ordinanza e recintando l’area con della rete arancione. Episodi simili segnalati anche ad Arenella e lungo la costa della Penisola Maddalena.
E questo è il modo in cui viene, al momento, affrontato il rischio idrogeologico a Siracusa. I punti di costa non balneabili per motivi “geomorfologici” non si contano più. Probabilmente potrebbe essere utili – in prospettiva – iniziare a studiare un massiccio piano di intervento per mettere le coste e le falesie in sicurezza. Peraltro, in passato, erano anche state intercettate risorse ad hoc europee.
Ma ad ottobre del 2014, una inchiesta del Corriere della Sera spiegava come in Italia vengano spesso sprecati i milioni di euro stanziati per combattere quella emergenza.
Nel giugno del 2014 era stata creata una struttura ad hoc in seno alla Presidenza del Consiglio, affidata a Erasmo D’Angelis. Nelle prime settimane di lavoro aveva scoperto almeno un centinaio di casi (su 5mila lotti monitorati) nei quali i fondi europei Pre-2009 erogati per il dissesto idrogeologico e per legge a esso vincolati, sono finiti in realtà in altri rivoli di bilancio. E due episodi – relativi ad anni precedenti – riguardavano uno Avola e l’altro Siracusa.