Divinazione Expo 2024, nuovi scenari per l’agricoltura del futuro

Nell’ambito del programma dell’European Region of Gastronomy oggi pomeriggio alle 17.30, nella sala Borsellino di Palazzo Vermexio, ci sarà il convegno a cura dell’assessorato regionale all’Agricoltura dal titolo Le produzioni agroalimentari di eccellenza. Sicilia Regione europea della gastronomia 2025. L’incontro si aprirà con i saluti del presidente della Regione Renato Schifani, del sindaco di Siracusa Francesco Italia, del rettore dell’Università di Palermo Massimo Midiri, del rettore dell’Università di Catania Francesco Priolo, del rettore dell’Università di Messina Giovanni Spatari, del rettore dell’Università di Enna Kore Francesco Tomasello, del dirigente di Agri commissione europea Leonardo Nicolìa e dell’assessore all’Agricoltura della Regione Veneto Federico Caner. L’introduzione del convegno è affidata all’assessore per l’Agricoltura, lo Sviluppo rurale e la Pesca mediterranea della Regione Salvatore Barbagallo. Durante il convegno, che sarà moderato dal giornalista di Antenna Sicilia Luca Ciliberti, sono previsti gli interventi di Paola Dugo dell’Università di Messina, di Alessandra Gentile dell’Università di Catania, di Baldo Portolano dell’Università di Palermo, di Ligia Juliana Dominguez Rodriguez dell’Università Kore di Enna e di Vincenzo Russo dello Iulm di Milano. Le conclusioni saranno affidate al ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida.
“È stato un anno particolarmente difficile in Sicilia a causa della siccità, che ha sconvolto tutti i piani degli agricoltori e ha comportato per noi la ricerca di soluzioni nuove”. È stato il capo di gabinetto dell’assessorato regionale all’Agricoltura Calogero Foti a illustrarle durante il convegno – dal titolo L’agricoltura nel mondo che verrà: complessità di nuovi scenari, nuove politiche e strumenti per la difesa del reddito e di territori che rientra nel programma dell’European Region of Gastronomy – organizzato nello stand della Regione siciliana a Divinazione Expo 2024, in piazza Duomo a Siracusa. Un dibattito, moderato dalla direttora di MeridioNews Claudia Campese, a cui hanno partecipato il direttore dell’unità operativa del Sias Luigi Pasotti; Fabian Capitano, docente di Economia agraria all’Università Federico II di Napoli; Enrico Trombetta, vice-responsabile per l’Italia e il Sud-est europeo di Aon Spa; Nicola Lasorsa di Ismea e il direttore del settore Agribusiness di Aon Spa Luca Giletta.
«Oltre al sostegno economico – ha sottolineato Foti nel corso del dibattito – bisogna indirizzarsi a un nuovo modo di fare agricoltura: con agricoltori che riescano a fare sistema, a collaborare tra loro e a formarsi meglio per utilizzare nuovi tipi di applicazioni. Dobbiamo rivolgere la nostra agricoltura al futuro». Ed è proprio su questo che l’assessorato regionale guidato da Salvatore Barbagallo sta lavorando. «Ci stiamo impegnando in un’analisi del rischio dei territori – assicura il capo di gabinetto – per fare in modo che gli agricoltori abbiano consapevolezza di tutti gli strumenti che sono a loro disposizione».
Un impegno fondamentale in un momento in cui la Sicilia sta facendo i conti con un nuovo tipo di rischio climatico. «Soffriamo le conseguenze di una delle siccità più gravi degli ultimi cinquant’anni – ha fatto notare Luigi Pasotti, agronomo che dirige l’unità operativa di Catania del Servizio informativo agrometeorologico siciliano (Sias) – Era dal 2002 che non pioveva così poco». Alla mancanza di pioggia, si sovrappone un importante aumento delle temperature. «Una combinazione che ha provocato notevoli problemi a diverse produzioni in tutta l’Isola». Dai cereali al foraggio fino alle viti e agli ulivi. «Temperature così alte limitano pure la possibilità di accumulare acqua negli invasi», ha spiegato Pasotti sottolineando che, proprio per questo, l’agricoltura siciliana avrà a che fare con questi disagi anche quando torneranno le piogge.
Un problema collettivo, non confinato alla sola categoria agricola, come ha spiegato Fabian Capitano: «I rischi non riguardano solo l’agricoltura, che è comunque il settore primario che attiene alla sopravvivenza delle persone e, per questo, più aiutato dal settore, ma riguardano anche la perdita dell’identità dei territori». Un problema particolarmente presente al Sud, dove lo stumenti assicurativo – tra quelli disponibili per far fronte ai rischi – non è mai decollato. «Il settore assicurativo è stato sviluppato per tanti anni nelle aree del Nord Italia ed è una cultura che è rimasta confinata lì», continua il docente. Un limite che «ha comportato la quasi non assicurazione in tutte le regioni del Centro-Sud. Eppure a questa politica della gestione del rischio – ha dichiarato Capitano – le Regioni partecipano in proporzione al bilancio. Questo significa che la Sicilia versa nelle casse della misura nazionale circa 34 milioni di euro l’anno». Una cifra importante che stenta ancora a essere investita nei territori del Meridione.
«Oltre ai rischi del clima, bisogna considerare anche il contesto economico e la necessità di infrastrutture». Sono questi i primi risultati di un progetto volto a identificare le vulnerabilità dell’agricoltura siciliana legata ai cambiamenti climatici e le possibili soluzioni che la Regione ha affidato a Aon Spa, una società di consulenza in gestione dei rischi. Una situazione complessa con almeno tre possibili soluzioni, secondo lo studio i cui risultati definitivi si avranno a fine anno. «Accordi quadro assicurativi che rispondano alle necessità degli agricoltori – ha illustrato Trombetta – poi le difese attive da mettere in campo sia da parte degli agricoltori che della Regione; e, infine, nuove tecnologie di monitoraggio che garantiscano interventi tempestivi».
E di «necessità di semplificare» ha parlato invece Nicola Lasorsa, che si occupa di gestione del rischio in Ismea (Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare), un ente di diritto pubblico per l’erogazione di servizi finanziari, assicurativi e informativi alle imprese agricole. «La necessità è quella di semplificare almeno due aspetti: i contratti assicurativi, che vanno adattati all’attuale contesto; e l’accesso al credito e ai contributi regionali, nazionali ed europei per gli investimenti agricoli».
E a parlare di un nuovo strumento, più flessibile e adatto alle realtà agricole del Sud Italia è stato Luca Giletta, direttore del settore Agribusiness in Aon Spa: «Oltre alla classica polizza multirischio, abbiamo studiato un contratto snello, di poche pagine, basato sui ristori e volto alla tutela dei costi sostenuti dagli agricoltori anziché sulla resa. L’idea è di avere un iter semplice che stabilisca il nesso causa-effetto dell’evento climatico con il danno, modulato in lieve, medio e alto, permettendo ristori rapidi».