Dopo l’incendio nel cantiere abbandonato, serve un’azione di controllo e bonifica
L’incendio che si è sviluppato ieri pomeriggio all’interno del cantiere in stato di abbandono dell’ex porto turistico, riapre le discussioni sulle condizioni dell’area. I Vigili del Fuoco hanno spento le fiamme, sviluppatesi all’interno di un cassone, utilizzando gli schiumogeni. E questo perchè a bruciare erano fondamentalmente tubi in vetroresina, oltre materiale plastico. Da qui la densa ed alta colonna di fumo nero che si è levata rimanendo visibile per diversi minuti.
L’area era stata data in concessione per 99 anni alla ditta romana, poi fallita, che voleva realizzare lì il porto turistico di Siracusa. Dopo il fallimento, è subentrata la curatela che si occupa della liquidazione dei creditori. Una volta completate quelle operazioni, dovrebbe tornare in capo al Demanio.
Sino ad allora, rimarrebbe recintata come adesso. Anche se, ad onor del vero, i cancelli sono stati già da tempo abbattuti e chiunque può entrare nell’ex cantiere, oggi in stato di degrado e abbandono. I casotti sono diventati rifugi di fortuna e non di rado capita di vedere “movimento” all’interno.
“Dopo un decennio i materiali giacciono lì, abbandonati. Avrebbe dovuto essere impegno della curatela assicurare le condizioni di sicurezza ed igiene dei luoghi, invece che abbandonare tutto al proprio destino ed all’inedia degli anni”, dice il delegato Neapolis Giovanni Di Lorenzo. “E’ necessario operare per la pulizia della zona, assicurando le condizioni migliori per scongiurare eventi come l’incendio di ieri”, sottolinea. Resta solo una possibilità – forse neanche troppo battuta – il fatto che il cantiere in abbandono possa essere posto sotto sequestro, per procedere poi ad una bonifica “forzata”.