E il sindaco di Siracusa sbotta contro i suoi progettisti, “Nel privato sarebbero già licenziati”

 E il sindaco di Siracusa sbotta contro i suoi progettisti, “Nel privato sarebbero già licenziati”

Mettendo da parte la usuale diplomazia, il sindaco di Siracusa ha attaccato alcuni progettisti del Comune di Siracusa. Nessun nome, ma il fastidio è evidente e da vita ad uno sfogo inattesa in diretta radio, su FMITALIA. Parlando di lavori pubblici, al passaggio sui tempi lunghi e sui cantieri che si fermano, il primo cittadino non ha concesso alibi alla macchina di Palazzo Veremxio. “Mi vergogno per come si riesca a perdere la fiducia della gente con situazioni di questo tipo. Ci sono persone in Comune che fanno il loro lavoro in maniera diligente e con grande passione. Ma altre di interesse ne hanno davvero poco”, dice d’un fiato Francesco Italia.
Finito qui? No, perchè il sindaco carica a testa bassa. “Sapete perchè i lavori si fermano? Perchè capita diverse volte che i progettisti abbiano fatto tutto su carta, senza mai verificare i luoghi. Succede che alle volte non si sa neanche se i terreni su cui si fanno progetti siano comunali o meno e in che stato si trovino. Se lavorassero per il privato, sarebbero stati cacciati cento volte…”, lo sfogo che finisce per chiamare implicitamente in causa anche i sindacati, oltre che le tutele del settore pubblico “Non è un caso se dietro ai cantieri che non funzionano ci sono sempre gli stessi…”, accusa ancora Italia, marcando una profonda spaccatura tra amministrazione e – alcuni – uffici o dirigenti.
E giusto per togliersi un altro sassolino, ecco l’altra spallata. “La sapete la storia della scala per scendere a mare a Forte Vigliena? L’avete vista? No. E neanche io. E’ passato un tempo inaccettabile. Segnalo e scrivo agli uffici, ma niente. Ne ho piene le scatole”, sbotta Italia, lamentando così anche l’assenza di strumenti per invertire la rotta. Neanche i provvedimenti disciplinari, lascia intendere, sortiscono effetto. Mentre all’ordine del giorno restano i famosi premi obiettivo che tanto fanno arrabbiare l’opinione pubblica (per quanto previsti per legge).

 

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