È possibile il ritorno definitivo delle spoglie di Santa Lucia? Pressing soft sul nuovo vescovo
Con della comprensibile invidia, una parte della Siracusa cattolica guarda ancora una volta alla vicina Catania. “Domani festeggerà il ritorno definitivo delle reliquie di sant’Agata, avvenuto il 17 agosto del 1126, dopo che erano state trafugate e portate a Costantinopoli, un anno dopo quelle della nostra Patrona Lucia. Nel corso dei secoli – scrivono in una lettera aperta Cetty Vinci, Sergio Bonafede e Salvo Sorbello – non è mai venuta meno l’aspirazione di noi siracusani a poter riabbracciare per sempre il corpo della nostra Santa, che deve tornare nella sua e nostra città, dov’è nata e dove è stata martirizzata”.
Il tema riaffiora periodicamente, con più frequenza negli ultimo due decenni dopo le visite a tempo delle spoglie, giunte da Venezia dopo elaborata intesa con il Patriarcato. Nel 1949 venne anche votata dal Consiglio comunale una delibera con cui si chiedeva il ritorno del corpo della patrona. Ed anche l’arcivescovo Luigi Bignami spronava “il popolo siracusano a non desistere dal reclamare la restituzione del corpo di Santa Lucia”. Sorbello, Vinci e Bonafede ricordano che “è parte essenziale dell’identità e della spiritualità della nostra comunità cittadina”.
E sembra già un accorato appello rivolto all’arcivescovo eletto, Lomanto. Ma bisogna razionalmente porsi prima una domanda: c’è anche solo una possibilità che da Venezia decidano di restituire il corpo di Santa Lucia?