Emergenza caldo, si fermano i metalmeccanici della zona industriale

 Emergenza caldo, si fermano i metalmeccanici della zona industriale

I metalmeccanici della zona industriale di Siracusa si sono fermati questa mattina. Assemblea spontanea alle portinerie Sud per chiedere orari e condizioni di lavoro tarate sull’emergenza ondate di calore. I lavoratori che operano per conto di una committente in Isab, hanno raccolto la solidarietà dell’indotto e dei sindacati.
Al di là del caso particolare, il tema interessa l’intera zona industriale siracusana. Le alte temperature hanno causato qualche comprensibile malore nei giorni scorsi, come confermano anche i sindacati che spingono per il ricorso alla cassa integrazione per le ondate di calore e ad un orario di lavoro ridotto (7/11) per evitare le fasi più calde della giornata.
Tra le forme di tutela richieste alle aziende del polo petrolchimico, anche l’attivazione di punti ristoro e punti acqua e l’avvio di una sorveglianza sanitaria per evitare che patologie pregresse possano negative influire sulla sicurezza del lavoro. Tra pochi giorni, il 27 luglio, incontro con la sezione metalmeccanica di Confindustria Siracusa per arrivare alla stipula di un protocollo sicurezza con l’obiettivo zero incidenti, anche dal punto di vista ondate di calore.
Intanto, un’azienda che opera nell’area industriale di Siracusa – la Icos Serbatoi – comunica di aver interrotto la propria attività fino al 27 luglio. “Considerato il perdurare delle temperature di questi giorni, che hanno fatto registrare punte di 47 gradi, alla luce dei bollettini meteo diramati dalla Protezione Civile che confermano il protrarsi dell’emergenza, la Icos serbatoi, tenendo fede alla tutela dei lavoratori come responsabilità principale del datore di lavoro, ha deciso, anche in considerazione del periodo feriale, di interrompere le proprie attività dal 21/07/23 fino al 27/07/23”, si legge nella comunicazione firmata dal dirigente Salvatore Costantino. “Ogni anno – prosegue – si assiste a situazioni straordinarie, dettate dal caldo, con cui bisogna imparare a convivere. È auspicabile ambire ad un tavolo permanente nella zona industriale che faccia fronte comune per gestire sia questa che altre emergenze in modo organico, scongiurando danni per i lavoratori e per l’economia dell’intero comparto”.

 

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