Fantasmi di Portopalo, in bici dalla Puglia alla Sicilia per chiedere il recupero del relitto

 Fantasmi di Portopalo, in bici dalla Puglia alla Sicilia per chiedere il recupero del relitto

Sono passati 17 anni dal naufragio della nave F-174, su cui viaggiavano circa 300 migranti. Uno dei più gravi naufragi dal secondo dopoguerra nel Mar Mediterraneo. Una tragedia che il giornalista Giovanni Maria Bellu ha raccontato e documentato nel 2001 attraverso un libro-inchiesta, “I Fantasmi di Portopalo”. L’associazione “ViAndando” , insieme a “Libera” intende adesso riportare alta l’attenzione su quella viCenda e chiedere il recupero e il carico del relitto. Per questo è stata ideata “1200 km in bici per i “Fantasmi di Portopalo”, un progetto che ha come obiettivo la raccolta di firme, da sottoporre alle istituzioni europee, proprio per il recupero della F-174. “Vogliamo mobilitare quante più forze possibili- spiega Gaia Ferrara -per far si che i corpi ancora in fondo al mare siano recuperati. Le firme saranno indirizzate alle istituzioni europee affinché agiscano direttamente”. Gaia Ferrara ha intrapreso, dal 2005 ad oggi, numerosi viaggi di incontro e lunghi pellegrinaggi in bici. E’ partita nei giorni scorsi dalle coste pugliesi, meta dei barconi che dall’Albania tentavano, negli anni ’90, di raggiungere le coste italiane, e si sta spostando in Basilicata, poi in Calabria e in Sicilia. Le tappe nell’isola saranno Messina, Catania, Siracusa e, appunto, Portopalo. Durante il tragitto sono previste iniziative che “possano stimolare la sensibilità e il dialogo sul tema dell’integrazione e delle migrazioni”. Ad Avola si starebbe organizzando per il 22 agosto l’accoglienza del gruppo e un percorso in bici (e non ) dal centro giovanile a Portopalo.

 

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