Fenicottero zombie sulla locandina del docufilm, insorge la riserva Saline di Priolo
“Un elemento di positività, di bellezza e di esempio per il territorio, come il fenicottero, non può essere rappresentato in questa locandina (quella del docu-film Toxicily, ndr) da uno scheletro-zombie vicino alla parola ‘Toxicily’”. Fabio Cilea non nasconde certo il fastidio per la scelta promozionale degli autori del docufilm. E’ il direttore della riserva Saline di Priolo, uno dei pochi luoghi di Sicilia in cui nidifica il fenicottero. “Così comunicano un’immagine distorta del territorio. Molti mi considerano il papà dei fenicotteri priolesi e mi rendo conto che raccontare e, ancor di più, realizzare storie belle e positive su questa area sia molto complicato”, si sfoga Cilea, raggiunto da SiracusaOggi.it.
Sulla costa orientale della Sicilia, dal 1949 sorge uno dei più grandi poli petrolchimici d’Europa che “presenta tanti aspetti negativi che ancora devono essere risolti ed è necessario parlarne”, chiarisce il direttore della riserva. “Premetto che realizzare un documentario sui problemi dell’area industriale di Priolo, Augusta, Melilli lo ritengo legittimo ma non difficile – continua Cilea – purché si realizzi qualcosa che possa essere d’esempio affinché questo territorio si liberi dal pensiero ‘non c’è nulla da fare’”, sottolinea.
E non aiuta quel fenicottero-zombie quando invece i fenicotteri priolesi possono essere “simbolo di rinascita e speranza di un territorio difficile, come quello priolese”, ma anche segnale che è possibile “trovare soluzioni”.
L’area protetta della saline di Priolo rappresenta, ormai da diversi anni, una realtà didattica per le scuole e per gli amanti della natura. “Con il mio lavoro, con quello dei miei collaboratori e dei tanti volontari stiamo contribuendo a dare una speranza a questo territorio”, indicando un futuro possibile e diverso.
“Piantiamo alberi, creiamo isole per i fenicotteri e proteggiamo la biodiversità. Lavoriamo tutti insieme per un territorio dimenticato, cercando di evidenziare quel poco di buono che abbiamo costruito”, racconta ancora Fabio Cilea.
Nessuno attacco diretto al docufilm “Toxicily” o a qualsiasi opera che possa porre interrogativi e problemi ambientali sul polo petrolchimico siracusano. Ma “i fenicotteri priolesi non sono quelli raffigurati sulla locandina”, conclude.