Festa dei Carabinieri, toccante discorso di Barecchia: “Mi tremano le gambe, la mia famiglia grande forza”

 Festa dei Carabinieri, toccante discorso di Barecchia: “Mi tremano le gambe, la mia famiglia grande forza”

Un discorso denso, ricco di emozioni e non soltanto di contenuti, quello pronunciato ieri sera all’Anfiteatro Romano di Siracusa dal Colonnello Gabriele Barecchia, Comandante provinciale dei Carabinieri, nel corso della Festa dell’Arma 2024.

L’ultima, per lui, nella nostra città (per settembre è previsto l’avvicendamento alla guida del comando provinciale di Viale Tica). Nel suo intervento, cuore della serata condotta da Mimmo Contestabile di FMITALIA,insieme al maresciallo capo Chiara Pilozzi e al piccolo Taddeo Lantieri,  Barecchia ha ringraziato quanti, in questi anni, hanno mostrato la loro vicinanza ed il loro apprezzamento, partendo dal Prefetto Raffaela Moscarella, dal Presidente del Tribunale di Siracusa, Dorotea Quartararo, dal  Procuratore Capo, Sabrina Gambino.

E’ partito da tre donne, dunque, che ha definito “straordinarie, esempi luminosi di passione, competenza, dedizione, senso dello Stato” per dedicare le sue parole ” a quelle ragazze che oggi fanno fatica a sognare, a progettare il loro futuro, le cui ambizioni sono fortemente limitate, spesso bloccate, dagli stereotipi e dai retaggi maschilisti, dall’assenza di una rete di sostegno, dalla mancanza di modelli a cui ispirarsi”. E’ alle giovani donne che Barecchia ha  rivolto  l’invito a non scoraggiarsi, ad agire con ardore, determinazione, sacrificio nei loro percorsi di studio, specializzazione. Cosicché domani arrivi quello che oggi avete il diritto di sognare. Barecchia ha ripercorso i tre anni a Siracusa, ricordando “le  moltissime  cose accadute, le iniziative intraprese, le decisioni assunte, le novità introdotte. Insieme, miei cari Carabinieri-ha detto-  piuttosto che lamentarci di carenze di organici e risorse, piuttosto che cedere a sterili e facili qualunquismi, abbiamo puntato, con coraggio e umiltà, con convinzione e determinazione, alla massima efficienza del servizio istituzionale, ponendo al centro sempre la persona, la donna e l’uomo Carabiniere da un lato, il cittadino e le comunità da proteggere e rassicurare dall’altro”. Tra i punti su cui l’attenzione di Barecchia si è soffermato figurano: “gli sforzi profusi nel rafforzamento del dispositivo territoriale: il  Posto fisso di Via Algeri e adesso- questo l’annuncio ufficiale- l’elevazione di quel luogo a  vera e propria Stazione Carabinieri. Un ulteriore reparto che, con le esistenti Tenenze e Stazioni e, nel periodo estivo, con i Posti fissi di Agnone Bagni, Marzamemi e, da quest’anno, di Marina di Noto, ci consentirà di disporre di ben 30 presidi in provincia.

Dal punto di vista logistico, informatico ed energetico, il Comandante provinciale dei Carabinieri, ha ricordato il piano di ammodernamento che ha riguardato  in particolare alla Tenenza di Floridia e alle Stazioni di Cassaro, Avola, Ortigia, Cassibile, Noto e Ferla, “e che- ha garantito il colonnello Barecchia- ci permetterà di ristrutturare integralmente le Stazioni di Canicattini Bagni e, in particolare, di Francofonte”

Non è mancato il riferimento alle azioni “muscolari” portate avanti, attraverso i servizi ad alto impatto in città e in provincia. I numeri parlano di 9.700 denunce (con oltre 1.200 arresti).

Le indagini sono state spesso complesse e articolate, soprattutto quando volte ad aggredire la criminalità organizzata,”sempre più strutturata- ha detto il comandante- e pervasiva. Le operazioni Algeri, Agorà, Borgata e Asmundos sono alcuni degli interventi  chiave, con un lavoro svolto con la Procura, la Direzione distrettuale antimafia di Catania, punti di riferimento nelle delicatissime funzioni di polizia giudiziaria”.

Vergognoso è l’aggettivo utilizzato da Barecchia per descrivere il primato che il territorio vanta nell’odiosa classifica nazionale dei casi di Codice Rosso, legati alla violenza di genere. “Non basta la repressione- ha detto Barecchia – Pesano come macigni fattori di ordine culturale, sociale ed economico. Da qui soluzioni differenti, portate avanti con la Prefettura, la Procura, le altre Forze di polizia, l’Asp di Siracusa e le tante e preziose associazioni giornalmente impegnate nella tutela dei diritti delle donne per ampliare e potenziare quella rete quantomai necessaria per evitare che inaccettabili comportamenti violenti degenerino in irrimediabili delitti. Il progetto “Chiedi di Lucia”, la realizzazione delle “Stanze tutte per sé” – che in questa provincia sono ormai ben 6 – già più che in ogni altra provincia d’Italia – e a cui se ne aggiungeranno altre 2, in fase di approntamento presso le Stazioni di Avola e di Lentini, non possono però rimanere delle mere iniziative delle Istituzioni”.

Un passaggio accorato sulla Costituzione, che Barecchia ha definito un “dono meraviglioso, frutto di un sapere, non solo giuridico, e di una cultura millenaria, di cui, peraltro, Siracusa è stata ed è espressione luminosissima. Mi tremano ancora le gambe per aver avuto il privilegio assoluto di tenere un discorso nel Teatro greco e stasera, mi tremano ancor di più per avere avuto l’onore di ripetermi in questo Anfiteatro. Siracusa è la più grande città greca, la più bella di tutte, che con la sua storia, con la sua sapienza, con la sua grazia, con la sua armonia, ha davvero e significativamente contribuito a costruire questa grandezza. Ma questa grandezza, per rimanere tale, ha bisogno della nostra partecipazione, del nostro impegno, della nostra responsabilità, del nostro coraggio”.

Infine un ancora più chiaro riferimento al suo commiato. “Tra non molto lascerò questa terra incantevole – che ho imparato a conoscere, a rispettare e ad amare, amare profondamente- ha detto Barecchia-  anche di più di quanto non lo facciano molti dei suoi figli. Ufficiali, Marescialli, Brigadieri, Appuntati e Carabinieri- l’input ai suoi uomini-  sappiate meritare e gelosamente custodire la fiducia e l’affetto di questa terra e delle popolazioni che vi sono affidate, siate coraggiosi, siate generosi: il futuro delle nostre città non è solo nelle vostre mani, il futuro delle nostre città è soprattutto nei vostri cuori“. Toccante il ringraziamento alla sua famiglia, per averlo supportato in questo triennio, che si concluderà ufficialmente a Settembre. “Ho imparato, e tanto, da tutti voi- le commosse parole del Colonnello Barecchia – forte dello straordinario sostegno di chi mi è stato sempre, e dico sempre, accanto: mia moglie Veronica, le mie figlie Miryam e Bianca Maria, i miei più stretti collaboratori. Molti  mi hanno onorato della loro sincera e disinteressata amicizia. Questa è stata la mia fortuna, questa è stata la mia forza”.

Foto: Mida Immagini

IL DISCORSO INTEGRALE DEL COL.GABRIELE BARECCHIA ALLA FESTA DEI CARABINIERI 2024.

La Festa dell’Arma costituisce senz’altro il principale momento di riflessione sull’identità della nostra Istituzione, che fonda la sua radicata, intima essenza nel legame indissolubile con il Paese e i suoi cittadini. Un rapporto costruito attraverso un impegno umile e silenzioso, riconosciuto dall’affetto, dal consenso e dalla fiducia che gli Italiani ci accordano ormai da 210 anni e che voi tutti, stasera, avete voluto, ancora una volta, dimostrarci attraverso la vostra calorosa e numerosa partecipazione. Grazie!
Rivolgo il mio deferente saluto a S.E. il Prefetto di Siracusa e al Presidente del Tribunale, che ringrazio di cuore per la loro vicinanza e le parole di apprezzamento con cui, ciascuna con riferimento all’ambito di pertinenza, hanno sempre evidenziato il nostro essere riferimento diffuso, al quale guardano i cittadini e le comunità di questa provincia.
Porgo il mio affettuosissimo e infinitamente grato saluto al Procuratore della Repubblica di Siracusa, che ringrazio, con tutto me stesso, per averci sostenuto, guidato e incoraggiato nei nostri lunghi e tortuosi percorsi investigativi, per averci offerto, con impari – e mi permetta ricambiata – generosità, la sua fiducia e la sua stima, e, personalmente, per la profonda e sincera amicizia di cui mi ha fatto dono. Grazie Sabrina!
Tre donne straordinarie, tre donne delle Istituzioni, tre esempi luminosi di passione, competenza, dedizione e senso dello Stato che, permettetemi, desidero da subito indicare alle tante ragazze presenti qui, stasera, come modelli a cui ispirare i propri progetti di vita. Leggevo, infatti, qualche giorno fa che le ragazze di oggi fanno fatica a sognare, che, addirittura, neanche progettano “in grande” il loro futuro; emerge, da studi e ricerche di settore, che per una ragazza su due, una ragazza su due, le scelte riguardo agli studi futuri o alla carriera lavorativa, le ambizioni e le passioni sono fortemente limitate e condizionate, nell’ordine, da stereotipi e retaggi maschilisti, dall’assenza di una rete di sostegno, dalla mancanza di modelli a cui ispirarsi. E allora, mie care ragazze, ecco a voi il migliore degli esempi possibili! Impegnatevi, non scoraggiatevi, perché, se porrete ardore, sacrificio e determinazione nei vostri percorsi di studio o di specializzazione, un domani potrete davvero essere tutto ciò che oggi avete il diritto di sognare.
Un grato saluto agli Onorevoli Senatori e Deputati nazionali e regionali, alle Eccellenze Reverendissime, Mons. Lo Manto, Arcivescovo di Siracusa, e Mons. Rumeo, Vescovo di Noto, al Parroco della Chiesa Ortodossa Romena di Siracusa, Padre Razvan Morgoc, e all’Imam della Comunità Islamica di Cassibile, la più numerosa della provincia, Sig. Tounsadi. Saluto con rispetto il Procuratore Aggiunto presso il Tribunale di Catania, dott. Ardita, il Comandante del Comando Marittimo Sicilia, il Questore di Siracusa, i Comandanti delle Capitanerie di Porto di Augusta e Siracusa, i Comandanti provinciali dei Vigili del Fuoco e del Corpo forestale regionale, il Comandante del Distaccamento dell’Aeronautica militare: a voi tutti rinnovo il mio vivissimo ringraziamento per la straordinaria sintonia d’intenti e d’azione, vanto e orgoglio di questa Città. Consentitemi, ora, di fuoriuscire dalle rigidità proprie di una cerimonia militare per salutare, con profondissimo e fraterno affetto, il Comandante provinciale della Guardia di Finanza, che ringrazio dal più profondo del mio cuore per la disponibilità e la vicinanza, mai fatta mancare all’Arma e a me personalmente, e, soprattutto per quella totale, leale e sincera amicizia nata proprio qui a Siracusa. Grazie Lucio!
Saluto con affetto i Sindaci, il Commissario Straordinario del Libero Consorzio, il Direttore del Parco Archeologico, che ringrazio ancora per averci donato la possibilità di essere qui stasera e di vivere insieme questa straordinaria emozione, il Dirigente provinciale dell’Ufficio scolastico regionale, i Dirigenti scolastici del Liceo Gargallo e dell’Istituto Federico di Svevia di Siracusa, del Liceo artistico di Lentini e i maestri infioratori di Noto che, insieme a Francesco, a Taddeo e agli allievi della Mothanz’Art Studios, che hanno impreziosito e impreziosiranno ulteriormente questa cerimonia.
Saluto con calore e sentita gratitudine i direttori e tutti i rappresentanti degli organi d’informazione, consapevole del vostro importantissimo ruolo a presidio delle nostre libertà e della nostra democrazia. Saluto con sincero affetto tutti i presenti, i miei Carabinieri, in servizio e in congedo, i loro familiari, le neo-costituite associazioni militari a carattere sindacale, l’Associazione nazionale carabinieri e tutte le Associazioni combattentistiche e d’arma.
Lo so, sono stato forse un po’ prolisso nei saluti e nei ringraziamenti; certamente più di quanto lo sia stato nelle mie precedenti Feste dell’Arma, ma quella di stasera è per me, evidentemente, una Festa dell’Arma ancor più particolare: segna, infatti, la conclusione, ormai prossima, del mio triennio nell’incarico di Comandante provinciale di Siracusa, un privilegio tanto grande quanto speciale, che ho cercato di onorare con ogni mia energia, con ogni mia conoscenza, con ogni mia decisione. Un triennio intensissimo, vissuto con l’entusiasmo e la determinazione a fare ogni cosa al meglio delle mie possibilità per rendere il miglior servizio all’Arma, il miglior servizio a questa provincia, alla mia provincia. Un triennio denso ed emozionante, punteggiato, lasciatemelo dire, di tante, tantissime soddisfazioni, di alcune ansie e anche di qualche amarezza. Un triennio in cui ogni giorno ho imparato, e tanto, da tutti voi, in cui ogni giorno ho dato, e tanto, a ciascuno di voi, forte dello straordinario sostegno di chi mi è stato sempre, e dico sempre, accanto: mia moglie Veronica, le mie figlie Miryam e Bianca Maria, i miei più stretti collaboratori, molti tra voi che mi hanno onorato della loro sincera e disinteressata amicizia. Questa è stata la mia fortuna, questa è stata la mia forza. Grazie! Grazie di cuore!
In questi tre anni, molte, moltissime le cose accadute, le iniziative intraprese, le decisioni assunte, le novità introdotte. Insieme, miei cari Carabinieri, piuttosto che lamentarci di carenze di organici e risorse, piuttosto che cedere a sterili e facili qualunquismi, abbiamo puntato, con coraggio e umiltà, con convinzione e determinazione, alla massima efficienza del servizio istituzionale, ponendo al centro sempre la persona, la donna e l’uomo Carabiniere da un lato, il cittadino e le comunità da proteggere e rassicurare dall’altro. Come è mio costume, non starò qui a tediarvi con numeri o statistiche, che poi in queste occasioni – diciamocelo pure – testimoniano sempre trend che o sono o diventano positivi e che, comunque, non ritengo siano idonei appieno a restituire la cifra reale dell’impegno profuso in ogni attività, in tutta la Provincia. Permettetemi, però, di rivendicare con l’orgoglio di Comandante, quanto fatto, in questi 3 anni, dai miei Carabinieri; permettetemi di rivendicare:
 gli sforzi profusi nel rafforzamento del dispositivo territoriale: proprio in quest’occasione e in questo Parco, due anni fa annunciai l’istituzione del Posto fisso di Via Algeri; il destino ha voluto che nello stesso Parco e nella stessa occasione, possa preannunciarvi che, d’intesa con il Prefetto e il Sindaco, è stato intrapreso il percorso prodromico all’elevazione di quel presidio a vera e propria Stazione Carabinieri. Un ulteriore reparto che, con le esistenti Tenenze e Stazioni e, nel periodo estivo, con i Posti fissi di Agnone Bagni, Marzamemi e, da quest’anno, di Marina di Noto, ci consentirà di disporre di ben 30 presidi in provincia;
 gli sforzi effettuati sull’efficientamento logistico, informatico ed energetico delle nostre caserme, con un piano di ammodernamento che ha ridato dignità e decoro in particolare alla Tenenza di Floridia e alle Stazioni di Cassaro, Avola, Ortigia, Cassibile, Noto e Ferla, e che, a breve, ci permetterà di ristrutturare integralmente le Stazioni di Canicattini Bagni e, in particolare, di Francofonte;
 e ancora, la rinnovata attenzione dedicata, in strettissima sinergia con tutte le altre Forze di polizia e sotto la costante e illuminante regia del Prefetto, alle attività di più stretta prevenzione e controllo del territorio, anche con specifici e muscolari servizi ad alto impatto, sia in città sia in provincia, che negli ultimi 3 anni ci hanno consentito di denunciare all’Autorità giudiziaria circa 9.700 persone, di cui oltre 1.200 in stato di arresto;
 e ancora, gli sforzi con cui sono state pianificate, condotte ed eseguite complesse e articolate attività investigative tese ad aggredire una criminalità organizzata sempre più strutturata e pervasiva, che, tra le altre, le operazioni Algeri, Agorà, Borgata e Asmundos hanno dimostrato essere fortemente capace di incidere sulla nostra quotidianità e di infiltrare e inquinare il tessuto economico. Al riguardo, rivolgo un sincero e affettuoso ringraziamento a tutti i Magistrati della Procura di Siracusa e della Direzione distrettuale antimafia di Catania, nostri pazienti e fondamentali punti di riferimento nelle delicatissime funzioni di polizia giudiziaria.
In questi tre anni, inoltre, complice il triste – permettetemi di dire vergognoso – primato che purtroppo vantiamo nell’odiosa classifica nazionale dei casi di codice rosso, particolare attenzione è stata indirizzata ai fenomeni di violenza di genere, nella evidente consapevolezza che il mero approccio repressivo non è assolutamente risolutivo. Pesano come macigni fattori di ordine culturale, sociale ed economico! Per tali motivi, con la Prefettura, la Procura, le altre Forze di polizia, l’Asp di Siracusa e le tante e preziose associazioni giornalmente impegnate nella tutela dei diritti delle donne – che non smetterò mai di ringraziare per quanto fanno – abbiamo deciso di sperimentare nuove e differenti soluzioni per ampliare e potenziare quella rete quantomai necessaria per evitare che inaccettabili comportamenti violenti degenerino in irrimediabili delitti. Il progetto “Chiedi di Lucia”, la realizzazione delle “Stanze tutte per sé” – che in questa provincia sono ormai ben 6 – già più che in ogni altra provincia d’Italia – e a cui se ne aggiungeranno altre 2, in fase di approntamento presso le Stazioni di Avola e di Lentini, non possono però rimanere delle mere iniziative delle Istituzioni. Affinché questi progetti crescano e vivano, abbiamo bisogno del reale e concreto contributo di tutti: ecco, dunque, il mio appello a fare davvero “sistema”, a fare davvero “rete”!
Tanto, davvero tanto è stato fatto. Ed il merito, miei cari Carabinieri, è tutto vostro! Siete e sarete il mio orgoglio più grande: donne e uomini eccellenti, straordinariamente dediti al dovere, capaci di lavorare in silenzio e sempre pronti ad offrire il meglio di sé a favore della comunità.
Davvero tanto è stato fatto, ma non siamo ancora al punto in cui abbiamo bisogno di arrivare. Tutti noi dobbiamo fare di più. E per farlo, tutti noi dobbiamo avere più coraggio. Coraggio, in fondo, altro non significa se non agire con il cuore e, quindi, di fronte alla necessità di migliorare le cose, abbiamo la possibilità di scegliere, abbiamo la possibilità, appunto, di metterci il cuore: il cambiamento, infatti, dipenderà dalla nostra, non solo dall’altrui, partecipazione; dipenderà da ognuno di noi che accetta di avere e di esercitare fino in fondo le proprie responsabilità, anche da mero cittadino, a prescindere da quale sia il proprio ruolo nella società. Il coraggio, infatti, è sempre frutto di una scelta e, al contrario di quanto sosteneva Don Abbondio, il coraggio, oggi, “se uno non ce l’ha, se lo può dare”. La nostra Costituzione e la nostra democrazia sono un dono meraviglioso, frutto di un sapere, non solo giuridico, e di una cultura millenaria, di cui, peraltro, Siracusa è stata ed è espressione luminosissima. Mi tremano ancora le gambe per aver avuto il privilegio assoluto di tenere un discorso nel Teatro greco e stasera, mi tremano ancor di più per avere avuto l’onore di ripetermi in questo Anfiteatro. Ma la nostra Costituzione e la nostra democrazia non hanno potere di per sé: siamo noi che diamo loro potere con la nostra partecipazione e le nostre scelte, col nostro difendere o no i nostri diritti, col nostro preservare o no le nostre libertà, col nostro esercitare o no le nostre responsabilità, col nostro rispettare e far rispettare o no lo stato di diritto. Ripeto, perché l’ordine non è casuale: rispettare e far rispettare lo stato di diritto. Il nostro è davvero un grande Paese e Siracusa, “la più grande città greca, e la più bella di tutte”, con la sua storia, con la sua sapienza, con la sua grazia, con la sua armonia, ha davvero e significativamente contribuito a costruire questa grandezza. Ma questa grandezza, per rimanere tale, ha bisogno della nostra partecipazione, del nostro impegno, della nostra responsabilità, del nostro coraggio. Ha bisogno dello stesso coraggio che hanno dimostrato, anche quest’anno, Angelo, Enrico e Gabriele, che ci hanno letto il messaggio del Presidente della Repubblica, dello stesso coraggio che hanno avuto Francesco, Taddeo, e gli allievi della Mothanz’Art, che ci stanno omaggiando del loro talento e della loro freschezza. Questa grandezza, per rimanere tale, ha bisogno del coraggio, non solo di quello eroico dei martiri di Fiesole, di cui quest’anno ricorre l’80 anniversario dell’eccidio, ma ha bisogno del coraggio, umile e silenzioso, di noi tutti, del coraggio della quotidianità, del coraggio che hanno mostrato i Carabinieri che a breve riceveranno il giusto riconoscimento per il loro meritorio operato, il coraggio che trova forza nella motivazione, che alimenta la passione e si concretizza nella dedizione.
E quindi, miei cari Carabinieri, in particolare per i tanti – soprattutto per i ragazzi – che, anche qui, stasera, a noi guardano con speranza e fiducia, abbiamo il dovere di essere, e sono sicuro che lo saremo, degni eredi del nostro gloriosissimo passato e sicuri protagonisti del nostro complessissimo futuro. A voi, miei cari ragazzi, a voi che ho incontrato nelle scuole e nelle tante e straordinarie iniziative a cui mi avete invitato e in cui mi avete coinvolto, a voi prometto che l’Arma dei Carabinieri, domani come ieri, sarà sempre il vostro saldo e sicuro punto di riferimento, quale Istituzione delle regole giuste, dell’equità e dell’attenzione ad ogni forma di disagio. Miei cari ragazzi, non mi stancherò mai di dirlo, nei nostri visi troverete sempre il volto rassicurante dello Stato, al quale potrete affidare le vostre istanze, le vostre aspirazioni, le vostre inquietudini, certi che noi Carabinieri, condividendo le sofferenze e il disagio anche delle più piccole comunità affidateci, sapremo offrirvi vicinanza, ascolto e umanità, in un rapporto simbiotico, unico, autentico e antico.
Autorità, graditissimi ospiti e Carabinieri del Comando provinciale di Siracusa, mi accingo alla conclusione non solo del mio intervento ma anche del mio mandato in terra aretusea: tra non molto lascerò questa terra incantevole – che ho imparato a conoscere, a rispettare e ad amare, amare profondamente, anche di più di quanto non lo facciano molti dei suoi figli. Ufficiali, Marescialli, Brigadieri, Appuntati e Carabinieri, sappiate meritare e gelosamente custodire la fiducia e l’affetto di questa terra e delle popolazioni che vi sono affidate, siate coraggiosi, siate generosi: il futuro delle nostre città non è solo nelle vostre mani, il futuro delle nostre città è soprattutto nei vostri cuori.
Concludo dicendo che, come chi mi conosce di più avrà senz’altro percepito, mi è difficile, e col trascorrere dei giorni lo sarà sempre più, trovare le giuste parole per descrivervi il mio stato d’animo. Ma una cosa desidero manifestarvi: il mio infinito ringraziamento per il calore, la simpatia, l’affetto e l’amicizia con cui avete accolto me e la mia famiglia, facendo, da subito, di Siracusa, casa mia.
Grazie!!!

 

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