Fossato e spiaggetta del Maniace concessi al privato? Gradenigo (L&C): “Superficialità”

La società che gestisce l’area dell’ex piazza d’Armi del Maniace ha chiesto al Demanio la concessione del fossato antistante il castello Maniace, con accanto una spiaggetta. Il Demanio ha risposto con parere favorevole. Una circostanza che manda su tutte le furie il presidente di Lealtà&Condivisione, Carlo Gradenigo. “La risposta del demanio lascia esterrefatti”, dice mostrando l’atto di metà novembre. “A giudizio dell’Agenzia del Demanio – si legge – la richiesta è da accogliere favorevolmente poiché, in questo modo, si riuscirebbe a dare presidio e risalto a un’area attualmente poco enfatizzata. Il concessionario, infatti, oltre ad utilizzare l’area per propri fini commerciali eserciterebbe sulla stessa le necessarie operazioni di cura e di manutenzione, anche straordinaria, con il duplice vantaggio per lo Stato di ottenere la corresponsione di un canone di concessione”.
La società che gestisce l’area con annesso bar, già al centro di note vicende anche giudiziarie, è la Senza Confine srl. “Ricordiamo che il canone corrisposto dal privato allo Stato per l’utilizzo esclusivo dell’intera superficie di 5.000mq di Piazza d’Armi è di 1.250 euro al mese, cifra equiparabile all’affitto di un basso da 100mq in Borgata”, aggiunge ancora Gradenigo quasi a lasciare intendere che la somma è da giudicarsi non adeguata al valore commerciale e paesaggistico della zona, al punto da aggiungervi anche il fossato e, verosimilmente, la spiaggetta.
Per il Demanio, “la concessione dell’area alla società Senza Confine già titolare del contratto di concessione, consentirebbe di limitare l’ingresso e la permanenza di altri soggetti all’interno dell’area nonché di ridurre il numero di quelli che devono interloquire per il coordinamento delle attività da svolgersi nell’intera area demaniale”.
Parole che Gradenigo, ex assessore comunale, bolla come connotate da “superficialità”, quella con cui – secondo Lealtà&Condivisione – “il Demanio considera il fossato di un castello Federiciano definendolo un’area ‘poco enfatizzata da destinare allo sfruttamento commerciale’ insieme all’ipotesi di demandare ad una società privata le proprie funzioni di gestione e rappresentanza con ‘altri soggetti’ che volessero svolgere attività nella stessa area, pone dei seri interrogativi sulle modalità di gestione e concessione del patrimonio pubblico demaniale anche in aree molto meno vincolate di un Castello”. E per rendere ancora più chiaro il concetto, Carlo Gradenigo si dice sorpreso “dall’accondiscendenza con la quale, dietro semplice richiesta scritta, si estende una concessione già oggetto di mille polemiche con riferimento sia al bando che all’opportunità di sfruttamento di un bene simbolo della città di Siracusa”.