Gabriele, il giorno dell’ultimo saluto. “Morte assurda e ingiusta, la vita è ricca ma fragile”
E’ difficile, pressochè impossibile accettare una morte in giovane età. Gabriele aveva compiuto 18 anni da alcuni mesi, l’età della spensieratezza e dei progetti. Tutto brutalmente interrotto e spezzato da un destino imperscrutabile e senza cuore, all’alba del primo novembre, lungo traversa Milocca. L’incidente con la moto, la caduta, l’impatto. Una morte “assurda e ingiusta”, come ha ricordato don Massimo Di Natale, parroco del Pantheon e insegnante di Gabriele Scavone, studente al quinto anno del vicino istituto Rizza.
Questa mattina i funerali. La commozione è palpabile. Ci sono tanti ragazzi, gli amici e i compagni di scuola. Magliette e palloncini bianchi, diversi striscioni all’esterno. Sulla bara, la maglia del Siracusa. Il presidente della squadra di calcio, Alessandro Ricci, ne consegna una seconda alla famiglia: mamma, papà ed i due fratelli. “Le nostre parole, come la nostra vicinanza, per quanto cercata, sono incapaci di scaldare il cuore”, dice don Massimo.
“Noi oggi non ci rassegniamo a questo dolore ma chiediamo al Signore che sia alleviato e condiviso”, aggiunge facendo appello alla Fede. Poi, rivolto ai tanti giovani assiepati dentro e fuori la chiesa del Pantheon: “Non riusciamo e non riusciremo mai a spiegarci questa morte. Gabriele è nel cuore di tutti e rimarrà in ciascuno di noi per sempre. Un ragazzo eccezionale, un ragazzo modello, educatissimo. La nostra vita – ammonisce il sacerdote – è ricca ma anche estremamente fragile. Forza Gabriele, vola in alto”. E un lunghissimo applauso accompagna quelle parole.
Commovente, poi, la lettera degli amici. “Eri un ragazzo meraviglioso – leggono con un filo di voce – sei stato per tutti noi una fonte di allegria. Sarà tutto diverso, sappi che per noi sei e rimarrai nostro fratello”.
Anche il dirigente scolastico del Rizza, Pasquale Aloscari, non si dà pace. “Era un ragazzo modello, state sempre attenti per favore”, ripete in mezzo a quelle magliette bianche con su stampato “Per sempre con noi”.
All’esterno, un’altra distesa umana. Palloncini bianchi e colombe accolgono l’uscita del feretro. Gli applausi e le campane coprono a fatica i singhiozzi. C’è uno striscione che rimane, tra i tanti, sulle ringhiere del Pantheon. “Vivi sempre nei nostri cuori”.