Giansiracusa al Libero Consorzio, il PD si divide. E lui: “Attacchi irricevibili”. Italia: “Vetero comunismo”

 Giansiracusa al Libero Consorzio, il PD si divide. E lui: “Attacchi irricevibili”. Italia: “Vetero comunismo”

“Pur apprezzando la nuova linea del Pd provinciale devo sottolineare come i ripetuti attacchi ricevuti dal gruppo consiliare del Partito Democratico di Siracusa nei miei confronti e, soprattutto, ancora oggi nei confronti del sindaco della città di Siracusa sono irricevibili e segnano una distanza profonda, non solo sul piano politico ma anche su quello del metodo e della visione”. Così Michelangelo Giansiracusa, sindaco di Ferla e capo di gabinetto del sindaco del capoluogo, attorno a cui sta nascendo una ampia coalizione a sostegno della sua candidatura alla presidenza della ex Provincia Regionale.
“La nostra proposta punta a unire, non a dividere; a costruire, non a distruggere. E chi non comprende questa direzione, si mette di fatto fuori da ogni prospettiva credibile di futuro per il territorio”, aggiunge ancora a proposito della frizione con il gruppo consiliare PD.
Tutto parte dalle parole della consigliera Sara Zappulla. “Sulle scelte che il PD farà sulle elezioni provinciali è importante che il Partito Democratico avvii una discussione profonda dentro gli organismi dirigenti, che tenga conto delle scelte politiche e di alleanze del PD a livello regionale e nazionale. Io penso che il Partito Democratico di Siracusa abbia bisogno di liberarsi dal governismo e dall’idea che il consenso si recuperi tra gli eletti e non tra gli elettori. Il partito ha la necessità di ricostruire il suo radicamento nella società e di rafforzare la sua identità di forza principale di opposizione a tutte le destre, specie quando sono in maggioranza a Palermo. Sono certa – conclude – che il Partito sarà messo nelle condizioni di discutere nelle sedi opportune e di assumere responsabilmente tutte le decisioni e di chiarire, soprattutto, che tipo di partito vuole essere”. Una posizione che pare distante da quella espressa in mattinata dal segretario provinciale.
“Accolgo con rispetto e gratitudine le attestazioni di stima ad oggi ricevute e le dichiarazioni di supporto per una mia candidatura a presidente del libero consorzio provinciale di Siracusa”, dice invece Giansiracusa a riguardo dell’endorsement del segretario provinciale Pd, del sindaco di Siracusa e del sindaco di Noto.
“Mi preme chiarire e sottolineare che, ancorché rimanga aperto al contributo di tutte le forze in campo, la coalizione nata a sostegno della mia candidatura rappresenta sindaci e consiglieri comunali appartenenti a movimenti civici e a partiti moderati con un quadro politico definito e circoscritto.
È del tutto evidente che il Libero Consorzio, per svolgere pienamente il suo ruolo e ottenere risultati concreti, avrà necessità del supporto istituzionale sia del governo regionale che di quello nazionale, in considerazione delle difficoltà finanziarie ed organizzative in cui versa”.
Decisamente più netto il distinguo che opera il sindaco di Siracusa. Francesco Italia chiarisce subito che “ascrivere ad una surreale coalizione di centrosinistra la candidatura di Michelangelo Giansiracusa è lettura destituita di ogni fondamento”. Riferimento al tentativo del segretario provinciale del PD di ‘recintare’ il progetto politico attorno al primo cittadino di Ferla. “Ho apprezzato sinceramente la sua apertura, così come le posizioni di supporto di diversi sindaci vicini al centrosinistra quanto quelle di esponenti del centrodestra”, prosegue Italia. “Un eventuale appoggio alla candidatura di Giansiracusa da parte del Pd non sposta in alcun modo l’asse della coalizione verso un supposto campo progressista, tanto più con un gruppo consiliare cittadino armato fino ai denti contro il sottoscritto e lo stesso capo di gabinetto, contro ogni idea di sviluppo sostenibile e inchiodato alle più retrive posizioni vetero comuniste”.
La proposta di candidatura Giansiracusa “rappresenta un punto di equilibrio che punta a superare gli steccati ideologici. Ogni tentativo in direzione opposta va, per quanto mi riguarda, stoppato sul nascere perché mina alle fondamenta il presupposto di responsabilità condivisa da cui origina”.

 

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