Giovani siracusani bloccati in Australia: "Abbiamo perso il lavoro e non ci lasciano rientrare"

 Giovani siracusani bloccati in Australia: "Abbiamo perso il lavoro e non ci lasciano rientrare"

Noemi, Federico e Salvatore sono tre giovani, due siracusani e un trapanese. Si trovano in Australia, a Melbourne. Hanno lavorato per diversi anni nel settore della ristorazione. Una vita non semplice, fatta di lavoro e di qualche sacrificio per sbarcare il lunario. Con l’emergenza Coronavirus, quello che hanno costruito crolla improvvisamente. Vengono licenziati, nessuna possibilità di sostentamento, all’improvviso. La necessità di lasciare la casa in affitto e intanto le bollette vanno comunque pagate. Unica strada, il rientro a Siracusa. Per loro, però, solo muri. Sono italiani, per loro la maggior parte degli scali sono off limits. Il passaporto italiano non è accettato ed è così nella maggior parte dei Paesi del mondo. Se mai si trovasse una soluzione, significherebbe dovere pagare 3300 dollari per un biglietto sola andata senza alcuna garanzia di poter davvero arrivare a Catania. Già due volte la loro partenza è stata respinta. “Non sappiamo davvero più cosa fare- lo sfogo dei ragazzi- Non abbiamo lavoro, non abbiamo soldi, stiamo per non avere più nemmeno un tetto sulla testa dopo il preavviso che abbiamo dovuto dare al proprietario di casa nostra”. Nella loro stessa situazione, almeno altri 40 mila italiani. La maggior parte di loro lavorava nel settore del turismo e della ristorazione.  La richiesta che avanzano è quella di un volo di rimpatrio. “Sappiamo che se, come speriamo, riusciremo a tornare a casa, osserveremo la quarantena e tutto quello che è necessario, ma l’Italia non può abbandonarci qui in queste condizioni”.
Un problema analogo riguarda anche dei cittadini di Palazzolo. Una vicenda che sta seguendo il sindaco, Salvo Gallo. Nello specifico si tratta di quattro giovani che si trovavano a Melbourne in viaggio di nozze. La prospettiva sarebbe un volo di Stato.

 

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