Gran finale per il Progetto Icaro, tempo di bilanci per la Polizia Stradale
Sono i numeri ma è soprattutto la percezione del risultato ottenuto in termini emotivi a parlare di bilancio positivo per il Progetto Icaro. La valutazione
è legata non solo al numero di adesioni di studenti – tanto da indurre il Dirigente della Polizia Stradale di Siracusa, Antonio Capodicasa, a prevedere una doppia proiezione del film “Young Europe” per le due giornate fissate per il 14 e il 15 marzo – (una ad Avola, per la prima volta, ed una al Multisala Planet di Siracusa) – ma anche all’elevato livello di partecipazione e interesse mostrato dagli studenti e dagli stessi docenti accompagnatori. “Come è noto, da anni siamo impegnati nella lotta alla guida in condizioni non ottimali, sotto effetto di alcol e droghe, e sugli errati comportamenti alla guida puntando in particolare sulla prevenzione – commenta il Dirigente Capodicasa – e riteniamo che in
questo i giovani sia ben ricettivi”.
Dopo ogni proiezione gli studenti (700 ad Avola e oltre 1.200 a Siracusa) hanno avuto modo di porre domande al regista del film, Matteo Vicino e ad alcuni degli attori protagonisti (Camilla Ferranti, Riccardo Leonelli, Catriona Louglin e Mark Griffin) di “Young Europe”.
Molteplici le domande dei giovani, partendo da quelle più scanzonate sul mondo del cinema (soprattutto come fare per accedervi) a quelle più mirate su sicurezza e legalità. Non sono mancati i momenti di grande emozione, con l’intervento di Deborah Lentini, che sul territorio rappresenta l’AFVS, e che ha parlato della propria esperienza di madre che ha
perso un figlio, Stefano, per l’imprudenza di un conducente. Domande anche per il Comandante Antonio Capodicasa, che ha puntato in prevalenza sui
concetti della “responsabilità” quando si è in strada, sulla “sopravvalutazione delle proprie capacità”, tipica dell’età adolescenziale, che può indurre ad atteggiamenti pericolosi, sino ad arrivare alla “delocalizzazione” della propria ed altrui responsabilità (ovvero attribuire al mezzo o alle condizioni esterne del momento le cause del sinistro), nonché sulla “umanizzazione” degli incidenti. Troppo spesso, infatti, si tende ad addossare la responsabilità della violenza stradale su fattori quali i veicoli o la strada, distogliendo l’attenzione dal fattore principale: il conducente.