I ponti di Ortigia: il Calafatari abbattuto e il progetto di collegamento Talete-Sbarcadero

 I ponti di Ortigia: il Calafatari abbattuto e il progetto di collegamento Talete-Sbarcadero

Esattamente dieci anni fà, veniva completato l’abbattimento del ponte Calafatari. Una vicenda che sembrava consegnata ai libri di storia ma che – complice la realizzazione del ponte ciclopedonale – è tornata improvvisamente di attualità. Nonostante siano passati appena due lustri, però, la memoria collettiva appare offuscata sulle ragioni che portano a demolire quel ponte realizzato negli anni ’60 del secolo scorso.
Ricordiamo i fatti. A fine luglio 2014, il Calafatari venne chiuso definitivamente al traffico perchè non considerato più sicuro. A dirlo furono due professori di Tecnica delle costruzioni, gli ingegneri Badalà e Bevilacqua, rispettivamente dell’Università di Catania e di Palermo. Nelle relazioni tecniche, vennero evidenziate le condizioni critiche delle spalle lato Darsena e lato Riva della Posta, il calcestruzzo sgretolato per carbonatizzazione, l’assenza di giunti di dilazione. Ma soprattutto le condizioni critiche dei pali di fondazione. Insomma, il Calafatari era a rischio crollo. Poteva essere riqualificato? Secondo quanto scrisse il prof. Bevilacqua, qualunque somma per ristrutturare quel ponte sarebbe risultata sempre più elevata di quanto necessario invece per demolire e ricostruire. Un’opzione, quest’ultima, che non venne mai presa in considerazione. Anche perchè, nel 2010, il Consiglio Regionale dei Beni Culturali aveva indicato come sufficienti due ponti per Ortigia (nel frattempo era stato costruito il Santa Lucia, ndr). A causa della curva a gomito con strettoia, il Calafatari non è mai stato considerato opzione valida per ragioni di protezione civile. In ogni caso, poco dopo la demolizione la Procura di Siracusa aprì un’indagine conoscitiva sui fatti, poi chiusa senza scossoni.
E’ vero poi che, nel tempo, erano stati elaborati diversi progetti per un nuovo ponte, in particolare dalla diga foranea del Talete allo Sbarcadero Santa Lucia. Ma di quelle idee, in ipotesi anche piuttosto utili, si è poi persa traccia nel tempo.

 

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