I segreti di Santa Panagia: il Fai apre i cancelli della vasta e misteriosa area archeologica

Presentata la nuova edizione delle Giornata Fai d’Autunno. Sabato 16 e domenica 17 ottobre a Siracusa sarà possibile passeggiare e scoprire l’area archeologica di Santa Panagia, solitamente chiusa al pubblico. Ci penseranno i volontari ed i ciceroni del Fai a sorprendere i visitatori alla scoperto di un luogo solitamente inaccessibile.
Negli anni ’70/’80 del secolo scorso, l’area di Santa Panagia fu individuata come luogo della nuova espansione urbanistica. Si cominciò velocemente ad edificare, in assenza di un piano urbanistico e senza curarsi degli importanti resti archeologici. “Per fortuna il soprintendente alle antichità di allora, sfruttando alcuni contributi economici provenienti dalla cassa Mezzogiorno, riuscì a far espropriare e recintare una vasta area archeologica salvandola dal cemento dei palazzinari e affidandola al futuro senza un preciso progetto”, spiegano dalla delegazione Fai di Siracusa.
Quella area archeologica, che si estende sin quasi a Targia, è sconosciuta ai più. Eppure custodisce un ricco tesoro salvato dall’opera di Giuseppe Voza. Immerse nel verde della campagna corrono centinaia di metri di antiche mura, in parte ancora ben conservate, fatte costruire tra il V e IV secolo a.C. da Dionisio il Vecchio a difesa di Siracusa. Si potrà ammirare la base di un enorme edificio, sempre di epoca greca;, un santuario rupestre scavato nella roccia e perfettamente conservato; latomie di superficie disseminate ovunque e poi ancora una sorgente di acqua con una bellissima scala di epoca greca scavata nella roccia, strade carraie e tanti altri resti che faranno emergere e meglio comprendere ai visitatori la grandezza e l’opulenza della Siracusa del passato.
“L’area non è mai stata interessata da scavi archeologici o studi scientifici. Cercheremo di interpretare, con l’aiuto di archeologi e di storici locali, le evidenze oggetto delle nostre giornate. Purtroppo da questo stesso luogo la tradizione vuole che nel 212 A.C. entrò furtivamente, aiutato da alcuni traditori siracusani, il condottiero romano Marcello, il quale occupò e distrusse per sempre il mito della grande Siracusa, descritta con tanto fervore dal console Marco Tullio Cicerone”.
Le visite devono essere prenotate attraverso il sito internet del Fai. Previsto un contributo di 3 euro.