Il caso delle mascherine "farlocche": distribuite dalla Protezione Civile, i sindaci non le vogliono
Centinaia di migliaia di mascherine sono state distribuite in queste ore ai Comuni della provincia di Siracusa. Erano “rimaste” in un magazzino della Protezione Civile Regionale che le aveva ricevute dal Dipartimento Nazionale. Erano destinate in primo luogo alla popolazione scolastica, saranno adesso messe a disposizione anche dei cittadini.
In realtà, però, diversi sindaci del siracusano hanno reagito in maniera stizzita di fronte alle migliaia di mascherine consegnate. La qualità, la forma e le caratteristiche non appaiono infatti tali da assicurare il necessario standard di sicurezza in fase pandemica. Al punto da rischiare di finire diritte nella pattumiera. Tra i primi a gridare allo scandalo c’è il sindaco di Palazzolo Acreide, Salvo Gallo. “Oggi sono arrivate 21.423 di questa specie di mascherine dalla Protezione Civile Nazionale. Mi rifiuto di consegnarle ai cittadini”. Non solo la discutibile qualità ma anche i decori (ananas, anguria, fenicotteri, cocktail) ne mostrerebbero la scarsa aderenza con il difficile momento. “Che vergogna, di sicuro queste mascherine non sono un dispositivo medico e neanche”.
Ma non è stato l’unico. Anche il sindaco di Buscemi, Rossella La Pira, si è detta non disponibile a distribuirle alla popolazione. Anche da Buccheri dicono no grazie alle mascherine appena arrivate. Il sindaco, Alessandro Caiazzo, polemicamente ha deciso di metterle a disposizione di chi le vorrà. Da Solarino, recentemente focolaio di contagi, si levano voci di protesta da palazzo di città. E non manca chi sottolinea anche come le mascherine di comunità non siano le più sicure in questo momento. Meglio distribuire mascherine chirurgiche certificate, allora.
Ed infatti la Protezione Civile Regionale è pronta a correre ai ripari e tra la fine di questa settimana e l’inizio della prossima distribuirà ai Comuni altre mascherine, confacenti al loro scopo ed alle necessità del momento.