Il caso Scieri, si muove la Procura Militare: gli amici, “non si arresti ricerca verità”
La possibilità che la Procura Generale Militare possa avocare a se le attività di indagini sulla morte di Lele Scieri, faticosamente riaperte dalla Procura di Pisa, preoccupa molti. A Siracusa ci si ricorda ancora della velocità con cui, ai tempi, si archiviarono i procedimenti seguiti alla morte del parà siracusano. E ci sono voluti vent’anni e una commissione parlamentare di inchiesta per rompere muri e catene di omertà.
Il presidente dell’associazione Giustizia per Lele, Carlo Garozzo, da voce alla preoccupazione dei più. “Questa notizia mi fa paura, mi spaventa e non ho alcun timore nel palesare questa paura perché so di cosa si parla. E allora mi rivolgo alle Procure di questo paese, civili e militari che trattano il caso Scieri. E’ sufficiente leggere e rileggere le carte di questa vicenda per capire che il 13 agosto 1999 all’interno della caserma Gamerra di Pisa accadde il più tragico dei fatti: quella notte si decise della vita di un ragazzo di 26 anni”.
La verità intravista dopo vent’anni dai fatti, gli indagati, l’accusa di omicidio: “nessuno rallenti questo percorso di verità, non bloccatelo neanche per un attimo. Dateci questa benedetta giustizia e finiamola qua”, dice con passione il presidente dell’associazione Giustizia per Lele.
foto: archivio, Lele Scieri con la sua famiglia