Il Demanio sfratta l’Avis di Siracusa, “ritirate il provvedimento o raccolta sangue a rischio”
La direzione regionale dell’Agenzia del Demanio ha “sfrattato” l’Avis di Siracusa. Se non ci saranno novità sul filo di lana, a fine mese l’associazione dei donatori di sangue dovrà lasciare l’immobile di via Von Platen, che dal 2010 è la sua “casa”. E rischia di finire così la bella storia di un’associazione storica capace di garantire in quei locali donazioni di sangue continue e costanti, capaci di alimentare circa il 90% del fabbisogno provinciale.
Ma cosa è successo? La direzione generale del Demanio, con una lettera dello scorso luglio, ha contestato un ritardo nel rinnovo del contratto di locazione. La procedura prevedeva la presentazione di un’istanza in bollo all’Agenzia del Demanio “non oltre il termine di otto mesi prima della cessazione del rapporto”. La scadenza del contratto di locazione era fissata al 31 luglio 2023. Quindi, otto mesi prima l’Avis avrebbe dovuto inviare la richiesta in carta bollata. Cosa che per una banale dimenticanza non è avvenuta, almeno non nel tempo previsto dall’accordo. In quei giorni si stava insediando il nuovo direttivo di Avis Siracusa e la vicenda è “scivolata”.
Come spiegava la lettera di Avis, è emersa “la necessità di destinare l’immobile ad uso governativo al fine di consentire un risparmio di spesa per lo Stato e, pertanto, si ravvisa l’impossibilità di procedere con la stipula di un contratto per il rinnovo della locazione”.
Fuori l’Avis e fuori l’attività di donazione di sangue per far quindi spazio ad un ufficio governativo. Dal canto, l’associazione siracusana ha chiesto di sapere, “in nome della trasparenza”, quale fosse “la necessità di un uso governativo talmente cogente da costringere, in così poco tempo, a sloggiare dalla propria sede un’Associazione del Terzo Settore, punto di riferimento delle Associazioni esistenti nella provincia aretusea e fondamentale supporto dell’Asp nell’attività di raccolta del sangue”.
Eppure nel contratto di locazione si legge testualmente che “Il bene in questione ricade, nel vigente Piano Regolatore Generale di Siracusa, nella Zona Territoriale Omogenea FS2 “Attrezzature ospedaliere e di assistenza sanitaria regolata dall’art. 64 NIA del P.R.G. del Comune di Siracusa. Tali previsioni di destinazione non consentono utilizzi alternativi né risultano verificate condizioni per eventuali utilizzi governativi”. Sorprende, pertanto, la decisione dell’Agenzia che non ha voluto prendere in considerazione la rilevanza pubblica dell’attività condotta da Avis con la raccolta del sangue e degli emocomponenti. “”L’Agenzia finisce col penalizzare un Ente del Terzo Settore che, pur non appartenendo al novero degli Enti pubblici, persegue finalità di pubblico interesse in favore della collettività, nel settore della salute pubblica e in una zona del territorio proprio destinata ai servizi e alle attrezzature sanitarie”, obiettano dal direttivo siracusano.
Se dovesse venir meno l’attività di raccolta del sangue, chi si assumerà la responsabilità di carenze presso gli ospedali della provincia e per le emergenze sanitarie? Una domanda che ha preso a circolare con insistenza nel siracusano. Dal canto suo, l’Avis ha rinnovato la sua richiesta di rinnovo del contratto di affitto e di riconoscimento delle condizioni di favore, quale ente del terzo settore che svolge un servizio di pubblica utilità ed interesse.
Il presidente Robert Fortuna chiede il sostegno “di quanti hanno a cuore la raccolta del sangue ed auspica l’avocazione della problematica direttamente da parte della Direzione Generale dell’Agenzia del Demanio”. Ed ha inviato una lettera alle autorità ed istituzioni locali, chiedendo supporto e aiuto.