Il Demanio sfratta l’Avis: donazione di sangue senza sede, posto per altri uffici

La direzione regionale dell’Agenzia del Demanio ha “sfrattato” l’Avis. L’associazione dei donatori di sangue dovrà lasciare nel giro di pochi mesi l’immobile di via Von Platen, che dal 2010 è la sua “casa”. Se non interverranno novità, rischia di finire così la bella storia di un’associazione storica capace di garantire in quei locali donazioni di sangue continue e costanti, capaci di alimentare circa il 90% del fabbisogno provinciale.
Ma cosa è successo? La direzione generale del Demanio contesta un ritardo nel rinnovo del contratto di locazione. La procedura prevedeva la presentazione di un’istanza in bollo all’Agenzia del Demanio “non oltre il termine di otto mesi prima della cessazione del rapporto”. La scadenza del contratto di locazione era fissata al 31 luglio 2023. Quindi, otto mesi prima l’Avis avrebbe dovuto inviare la richiesta in carta bollata. “Purtroppo ci siamo mossi in ritardo. In quei giorni, come nuovo direttivo, ci stavamo appena insediando e alcune operazioni sono scivolate…”, spiega Michele Bianca per Avis Siracusa. “Ma davvero per questo ritardo rischiamo di non avere più una sede per le donazioni e per i donatori?”, si domanda.
Nella sua lettera, il direttore generale del Demanio cita il decreto del Presidente della Repubblica che regolamenta le modalità di concessione in uso e di locazione dei beni immobili appartenenti allo Stato. “La disposizione normativa prevede che siano destinati a concessione o locazione i beni immobili demaniali e patrimoniali che non siano idonei ovvero non suscettibili di uso governativo. Posto che l’uso governativo sia, quindi, prevalente rispetto alla locazione del bere a favore di altri soggetti, diviene fondamentale che l’Agenzia del Demanio, prima di procedere al rinnovo o alla stipula di un contratto di locazione, provveda ad effettuare verifiche relative ad eventuali necessità governative e solo in caso di esito negativo proceda con la stipula di un contratto di locazione”.
E a seguito di manifestazione di interesse “trasmessa da altre amministrazioni pubbliche”, è emersa “la necessità di destinare l’immobile ad uso governativo al fine di consentire un risparmio di spesa per lo Stato e, pertanto, si ravvisa l’impossibilità di procedere con la stipula di un contratto per il rinnovo della locazione”.
Fuori l’Avis e fuori l’attività di donazione di sangue per far quindi spazio ad un ufficio governativo, in modo da far risparmiare lo Stato. Per quel che riguarda le sacche di sangue che salvano vite, la burocrazia non le contempla. Non fanno numero, non fanno “cassa”.