Il geologo Pippo Ansaldi: "Non sono i concerti, i decibel e il tavolato i guai del teatro greco"

 Il geologo Pippo Ansaldi: "Non sono i concerti, i decibel e il tavolato i guai del teatro greco"

Molte battaglie a difesa dei beni comuni siracusani portano la firma di Pippo Ansaldi. Geologo di professione, assesta un “colpo” alla tesi secondo cui i decibel dei concerti e la presenza di migliaia di spettatori produrrebbero lo sfarinamento ed il collasso della roccia del Temenite. “Affermazioni assai discutibili”, scrive in un lungo ed articolato post. “Mi sia consentito rappresentare un punto di vista in contro tendenza rispetto alla agguerrita campagna in corso, per richiamare all’attenzione su quanto acclarato nell’ampia letteratura geologica, che ha avuto una parte nella mia formazione universitaria e professionale: il calcare della formazione dei monti Climiti, sul quale i nostri antenati ebbero la provvidenziale idea di realizzare la prestigiosa struttura teatrale a noi mirabilmente pervenuta dopo millenni di utilizzo antropico, è un ottimo substrato di fondazione, tanto è vero che la maggior parte della città è su di esso edificata. La meccanica delle rocce conferisce al calcare una resistenza alla compressione monoassiale di 40-60 MPa, frapponendosi egregiamente all’usura e in parte agli agenti atmosferici. Il degrado della roccia è legato a fenomeni naturali, principalmente alle acque meteoriche e alla presenza naturale di CO2 in atmosfera, che se associata, nelle zone industriali, alla presenza di ossidi di azoto e anidride solforosa, rendono sufficientemente acide le piogge che svolgono un’azione di dissoluzione del carbonato di calcio, in altre parole le piogge ‘sciolgono’ il calcare, ovviamente nel lungo tempo”.
Secondo Ansaldi, l’azione congiunta di questi fattori “per il tramite delle acque meteoriche” determinerebbe una erosione meccanica “penetrando nelle microfratture della roccia, allargandole e favorendo il carsismo tipico di questo tipo di roccia rendendola ‘cariata e alveolizzata’. Ecco il motivo di degrado della roccia calcarea che si manifesta in tempi piuttosto lunghi”.
Cosa fare, allora, per preservare il teatro greco? “Bisognerebbe intervenire, per quel che si può, con una manutenzione ordinaria e straordinaria, mettendo in conto interventi che siano in grado di intercettare e allontanare le acque meteoriche a monte e, contestualmente, realizzare le opere di restauro e di consolidamento ritenute necessarie”, dice Pippo Ansaldi.
Quindi la presenza degli spettatori, della struttura protettiva ed i decibel non causano alcun danno? “Il peso del carico antropico è, a mio parere, assai modesto e quasi ininfluente, tanto più che parliamo di decine di migliaia di presenze turistiche cui si aggiungono a quelle degli spettatori delle rappresentazioni classiche allocate quasi tutte su un tavolato ligneo che ben protegge la roccia sottostante e, comunque, abbastanza compatibile con le esigenze di tutela del sito”.
Viene da chiedere, allora, perchè tante polemiche, così accese da sfociare addirittura in esposti in Procura? “Non riusciamo a liberarci dal sospetto che per alcuni, non tutti certamente, il confronto in atto sia soltanto l’ennesimo pretesto per coltivare spazi di visibilità altrimenti inaccessibili”. Il teatro greco, secondo Ansaldi, andrebbe salvato anche “dalle pretestuose giaculatorie che stagionalmente si ripetono in modo vacuo, fatti salvi, a scanso di equivoci, gli appelli di personalità qualificate, mossi dalla sincera preoccupazione che qui si condivide pienamente”.
Le condizioni dell’antico monumento non sono certo ottimali. Ma, seguendo la tesi di Ansaldi, non sono i concerti, gli spettacoli in genere, o i loro spettatori a pesare sulla salute geologica dell’antica pietra. Lo studio con laser scanner commissionato dal direttore del parco archeologico, Antonello Mamo, sarà disponibile a giorni. E potrebbe fornire altri elementi oggettivi per avviare una seria campagna di tutela (e valorizzazione) di uno dei più amati luoghi di Siracusa.

 

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