Il giorno dopo la Festa di Santa Lucia e quell’onda positiva in città: “E’ stata liberazione”
E’ stata festa. Una festa vera, piena. Con Santa Lucia per le strade di Siracusa si è ritrovata una comunità intera, una città. Impressionate quella distesa umana in piazza Duomo, in attesa dell’uscita del simulacro. Due anni dopo l’ultima processione, la prima dell’era post covid ha il sapore della liberazione. “Si, è stata una sorta di liberazione dopo mesi vissuti con un velo grigio, una cappa su tutti noi”. A confermare la diffusa sensazione è Pucci Piccione, presidente della Deputazione della Cappella di Santa Lucia. “Dobbiamo forse riflettere di più: non è lo sport, non è la politica che a Siracusa unisce. E’ Lucia. Bisogna tenerne conto. E’ stato un abbraccio totale, forte, vero”, aggiunge subito dopo in diretta su FMITALIA.
Chiunque abbia partecipato ieri alla festa, è tornato a casa accompagnato quasi come da un’onda positiva. Tanta gente, colori e calore. Ed emozione autentica, da occhi lucidi, al passaggio della patrona. In Ortigia come alla Borgata, in corso Umberto come in corso Gelone. “Guardando Lucia abbiamo tutti guardato verso l’alto. Abbiamo smesso di essere piegati su noi stessi. Siamo una città più matura di quanto si possa pensare. E in piazza ieri c’era la vera anima di Siracusa. Confido – dice ancora Piccione – di aver visto persone che non mi aspettavo, che conosco, e che scalzi hanno fatto tutta la processione. Quello che ho potuto notare ieri, in questi anni non l’avevo mai visto”.
Difficile scegliere un’immagine che meglio di altre possa raccontare lo spirito della festa vissuto ieri. Piazza Duomo gremita? Il passaggio a largo Aretusa? Porta Marina? L’arrivo in Borgata? I telefonini tutti alzati verso la patrona? Un numero impressionante di bambini avvicinati a Lucia, come da tradizione? Pucci Piccione, quasi spiazzando, sceglie la camicia insanguinata di Rosario Livatino, eccezionalmente esposta a Siracusa nei giorni di Santa Lucia. “La festa deve vivere il suo tempo – spiega Piccione – e quindi richiamare un martire dei giorni nostri, ucciso dalla mafia, significa avere consapevolezza che la devozione comporta anche essere cittadini del proprio tempo e non un continuo richiamo al passato ed alla tradizione”. E’ stata la prima processione di Santa Lucia per l’arcivescovo Francesco Lomanto, arrivato a Siracusa in tempi di covid. “E’ stato molto attento, persino curioso sui meccanismi della festa e delle sue operazioni delicate. E’ diventato pienamente siracusano, i suoi occhi sorridevano”, rivelano.