Il Pd è la nuova casa di Carta: fronda interna. Raciti: “dovevamo chiedere permesso?”
“Io sinceramente non so cosa avremmo dovuto chiedere. Carta ha chiesto di aderire, il circolo cittadino di Melilli si è detto contento. Rispetto le opinioni di tutti, però si deve rispettare un principio: il Pd è un partito aperto e non si deve chiedere permesso a qualcuno. L’adesione di un sindaco del prestigio di Carta, rieletto con forza e coerente con i valori del Pd, in un posto normale è accolta con piacere dal Pd e con dispiacere dalla parte avversaria”. Sono le parole con cui il parlamentare Fausto Raciti risponde alla levata di scudi interna al partito alla notizia dell’ingresso di Giuseppe Carta, accolto proprio da Raciti. “E’ un’adesione importante perchè arricchisce il Pd e la sua capacità di rappresentanza politica e territoriale, spingendoci verso ambizioni ed obiettivi prima più difficili da immaginare. Con Giuseppe Carta possiamo diventare il principale partito della provincia di Siracusa, non solo sul piano elettorale ma anche dal punto di vista della rappresentanza”, insiste Raciti.
Ma le sue parole non aiutano a riportare la pace all’interno del Partito Democratico siracusano. Anzi, per valutare l’adesione annunciata da Raciti, gli organismi provinciali vogliono rispettare alla lettera lo Statuto, attivando la commissione provinciale.
“Ho fatto quello che richiede lo Statuto”, replica Giuseppe Carta. “Ho chiesto di tesserarmi a Melilli e mi hanno dato parere favorevole. Felicissimi qui e allora mi sono incontrato con Raciti per discutere di questa adesione. Il Pd decide con i suoi livelli e con la sua organizzazione, sto imparando come funziona il partito”. Si parla anche di Bruno Marziano come “sponsor” di questa operazione. L’ex assessore regionale ha respinto ogni ruolo attivo, parlando di un veloce e cordiale incontro con Carta. Versione che il sindaco di Melilli conferma. “Bruno Marziano con me è stato cordialissimo. Ci siamo scambiati idee ma non abbiamo parlato di politica attiva”. Poi Carta lancia il suo messaggio all’indirizzo del PD: “serve unione e non divisione. Il mio gruppo è a disposizione del Pd e l’unico parlamentare del Partito Democratico eletto in questa provincia è venuto a Melilli per accogliermi. Questo mi rende felice”.
Meno felice, indubbiamo, l’area che si ritrova attorno a Gaetano Cutrufo e che può contare tra gli altri su Giovanni Giuca, Enzo Pupillo e Gaetano Firenze. “E’ un grave atto di scorrettezza politica che entra in contrasto con le regole che sovrintendono i rapporti dentro il partito e mina il percorso unitario faticosamente tracciato”, scrivono in una nota con cui chiamano in causa la direzione provinciale del partito. Al di là delle note inviate alla stampa, gli ultimi sviluppi della vicenda legata al sindaco di Melilli, potrebbero spingere quello che rimane un nome forte del Pd verso una lista esterna, a sostegno del candidato presidente di Regione di coalizione. Ma non sotto il simbolo del Partito Democratico. Una diaspora? Forse un “avviso” ad amici e compagni, in attesa che si chiariscano meglio i rapporti di forza interni.
Indubbiamente, però, la “forza” di Carta non può essere sottovalutata da un partito senza segretario e reduce da anni di elezioni amministrative in sofferenza.