Il peso del passato: 6,9 milioni di euro per la fallita Sogeas, 24 si in Consiglio comunale
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Dopo la variazione di bilancio dei giorni scorsi, il Consiglio ha approvato stamani la proposta di riconoscimento del debito fuori bilancio di 6 milioni 939 mila euro per chiudere in maniera tombale i contenziosi con Sogeas, la società, poi fallita, che ha gestito il servizio idrico in un recente passato. L’importo coprirà gli effetti di una sentenza con la quale il Comune è stato condannato in primo grado a pagare un debito, a saldo di investimenti non ammortizzati per impianti, macchinari e manutenzione straordinaria (più Iva), di 6 milioni 912 mila 286 euro ai quali si sarebbero dovuti aggiungere circa 5 milioni tra spese e interessi moratori. L’intesa raggiunta con la curatela fallimentare di Sogeas prevede il pagamento dell’intera somma e la rinuncia agli interessi moratori. Tale impegno sarà onorato ricorrendo a un mutuo ventennale, possibilità concessa dalla legge per gli indebitamenti da investimenti. Sono stati 24 i voti a favore, 4 quelli contrari. Il Consiglio ha inoltre votato l’immediato esecutività della delibera.
Erano stati l’assessore Pietro Paolo Coppa da un lato a spiegare la convocazione d’urgenza legata alla scadenza, domani, per l’accensione del mutuo con la Cassa Depositi e Prestiti; ed il Ragioniere generale Giorgio Giannì, dall’altro, a ripercorrere l’iter procedurale che ha portato all’odierna delibera.
Al dibattito sulla convocazione d’urgenza hanno dato il loro contributo i consiglieri Messina, Zappalà e Paolo Romano che hanno eccepito la regolarità della sua trattazione. Sul punto successivo, quello del riconoscimento del debito, sono intervenuti i consiglieri Cavallaro e Milazzo che hanno richiamato, tra l’altro, le responsabilità politiche ed amministrative nel merito della gestione della pratica; e Zappalà che invece ha chiesto da un lato l’istituzione di una Commissione d’inchiesta sui debiti fuori bilancio; ed invitato l’Amministrazione a fornire un quadro sulla situazione debitoria dell’Ente.
“Ho votato contro il debito fuori bilancio. Sulle spalle dei cittadini per 20 anni i costi del mutuo per corrispondere circa 7 milioni di euro. E ciò senza che siano state accertate le responsabilità, senza che nessuno abbia spiegato perché non sia stata transatta la causa già dopo la sentenza del CGA che ebbe a confermare la sentenza del Tar che decise per la giurisdizione del giudice ordinario”, dice Paolo Cavallaro. “Certo, la transazione limita i danni, ma una definizione prima della pronuncia del giudice ordinario in primo grado sarebbe stata certamente più vantaggiosa. Prendo atto che la transazione è stata approvata dalla maggioranza consiliare, indebitando i cittadini per i prossimi vent’anni”.