Il pitbull, la museruola e l’aggressione a Melilli: parla l’educatrice cinofila

 Il pitbull, la  museruola e l’aggressione a Melilli: parla l’educatrice cinofila

Perchè quel pitbull ha deciso di aggredire Letizia? Qui si entra nel campo delle ipotesi e dare una risposta. al di là di ogni ragionevole dubbio, è davvero complesso. Abbiamo allora chiesto un parere a Veronica Recupero, educatrice cinofila con approccio cognitivo zooantropologico. “Difficile rispondere. Bisognerebbe aver assistito a quanto accaduto per cercare di comprendere. In linea generale, è probabile che il cane avesse già lanciato segnali di stress, purtroppo non interpretati. Se, ipotizzo, dentro il bar era continuamente accarezzato da più persone, anche il semplice leccarsi continuamente il muso sarebbe stato un segno di sofferenza psicologica e un primo campanello d’allarme”.
Una museruola avrebbe impedito le gravi conseguenze dell’aggressione. Letizia, la ragazza di 26 anni azzannata dal pitbull, è ricoverata in rianimazione al Cannizzaro di Catania ed è stata sottoposta ad un intervento di chirurgia toracica. Le regole sulla museruola per cani sono indicate nell’ordinanza del 6 agosto 2013 del Ministero della Salute. Chi possiede un cane deve “utilizzare sempre il guinzaglio a una misura non superiore a mt 1,50 durante la conduzione dell’animale nelle aree urbane e nei luoghi aperti al pubblico, fatte salve le aree per cani individuate dai comuni; portare con sé una museruola, rigida o morbida, da applicare al cane in caso di rischio per l’incolumità di persone o animali o su richiesta delle autorità competenti”. Il che significa che la museruola per cani non è obbligatoria tranne se ne facciano espressa richiesta “le autorità competenti” locali, un Comune in primis. L’obbligo riguarda semmai i padroni che devono sempre avere con loro la museruola, per applicarla al cane nel caso in cui la situazione lo richieda: quando, ad esempio, ci sono bambini nelle vicinanze, specie se il cane non è “educato”. L’obbligo della museruola vige, invece, in treno per i cani di taglia media e grande.
I pitbull sono cani violenti? Anche in questo caso, abbiamo rivolto la domanda all’esperta Veronica Recupero. “Premetto che ogni pensiero va rivolto a Letizia. E’ una mia amica e spero possa riprendersi presto. Lei è la vittima di questa storia. Ma, paradossalmente, e fatte le dovute proporzioni, anche il cane è la seconda vittima di questa storia. Un pitbull è un cane selezionato per essere fedele all’uomo ma con una bassissima socialità intraspecifica. Vuol dire che non ama socializzare con i suoi simili. In origine, è stato selezionato e creato per i combattimenti tra cani. Nei tempi odierni, abbiamo le linee di sangue degli esemplari più docili ma che hanno mantenuto comunque quella che in gergo tecnico chiamiamo ‘memoria di razza’. Questo significa che la bassa socializzazione intraspecifica resta. Il pitbull, in genere, è un cane che è stato creato anche dall’incrocio con i terrier (e da loro eredità anche il tipico morso) e che quindi possiede una reattività a mille ed un arousal elevato che lo porta spesso ad avere problemi ambientali: questo significa che qualsiasi movimento li attiva, anche il vento o una foglia che cade. Proviamo ora ad immaginare un pitbull cosa prova, a livello di stimoli sensoriali, in un centro commerciale o in un bar pieno di gente, con rumori assordanti e stimoli cinetici”. Parole che non vogliono giustificare l’accaduto ma aiutare a comprendere che tra le responsabilità dell’avere un cane, c’è anche quella di conoscere le caratteristiche del proprio amico a quattro zampe. “Io suggerisco a tutti di parlare prima con un educatore per capire se il cane che vorrebbero ed il loro stile di vita possano essere concilianti. Poi non guasterebbero almeno 5 lezioni base con un professionista, per conoscere bene il proprio animale, i suoi bisogni, cosa ama e cosa odia. E così imparare a comportarsi di conseguenza”.
Cosa succederà adesso al pitbull protagonista dell’aggressione? E’ stato preso in custodia dalle forze dell’ordine e temporaneamente allocato in una struttura di accoglienza. “Non credo e mi auspico non rischi la soppressione e che possa andare incontro ad un periodo di rieducazione. Ma in questo momento, ripeto, l’unica cosa che conta è che Letizia possa riprendersi, bene e presto”.

 

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