Il ritardo nella istituzione della riserva alla Pillirina, Salerno: “Chiarire il ruolo del Consorzio”

 Il ritardo nella istituzione della riserva alla Pillirina, Salerno: “Chiarire il ruolo del Consorzio”

Sulle ragioni per cui non si è ancora concluso l’iter per l’istituzione della riserva terrestre della Pillirina/Plemmirio, interviene l’avvocato Salvo Salerno, esperto in gestione di beni culturali. “Ho ascoltato la recente intervista del sindaco di Siracusa su FMITALIA, ma non vi ho trovato alcuna traccia nè menzione di quegli atti ufficiali e rituali ai sensi di legge che occorrerebbe formalizzare, da parte del Comune di Siracusa, per conseguire il traguardo della istituzione della Riserva Naturale Orientata di Capo Murro di Porco e Penisola della Maddalena”. L’area è già iscritta nel Piano Regionale delle Riserve, con decreto dell’Assessore Regionale Territorio e Ambiente del luglio 2015 e dotata, dallo stesso Decreto regionale, delle Norme di Salvaguardia.
“Quel Decreto regionale dà anche atto che l’istruttoria è completa perchè contiene i necessari e prescritti pareri, la perimetrazione, la zonizzazione e persino il regolamento. Torno allora a chiedermi – spiega Salerno – cosa attenda il Comune di Siracusa a farsi promotore di un atto ufficiale di impulso, ma rituale e conforme a legge, presso l’Assessorato Regionale Territorio e Ambiente, affinchè emetta l’atto finale, cioè il decreto istitutivo e l’individuazione dell’ente gestore?”.
Secondo l’avvocato Salerno, tutto da comprendere sarebbe il ruolo che – in questa fase – sarebbe stato assegnato al Consorzio Plemmirio. “Secondo una indiscrezione, un rappresentante del Consorzio Plemmirio sarebbe andato a Palermo, a sollecitare l’istituzione della riserva. Chiedo al sindaco: che c’entra il Consorzio in questa fase e pure nella successiva fase della gestione? Chi ha legittimato, e a quale titolo, la missione palermitana ed a nome di chi o cosa?”. Tutti interrogativi che Salvo Salerno reitera con forza per sottolineare che “la Legge regionale sulle Riserve regionali (98/1981, ndr), prevede un elenco tassativo di enti gestori: le Province regionali, l’Azienda regionale delle Foreste Demaniali, le associazioni naturalistiche, le Università, i Comuni. Tra questi non rientrano le quote di partecipazione dei sottogoverni comunali”.
Per il legale che si occupa di gestione di beni culturali, anche questo sarebbe alla base del ritardo decennale nell’istituzione della riserva naturale orientale.

 

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