Il Siracusa che non ti aspetti, troppe incertezze e il Sambiase piazza il colpo

Avvio peggiore non poteva esserci. Il Siracusa perde a Lamezia, in casa della neopromossa Sambiase. Decide il gol si rigore di Zerbo, al quarantesimo del primo tempo. Nella ripresa qualche lampo azzurro, in particolare con Alma. Ma nel finale il Siracusa tutto in attacco rischia l’imbarcata.
Un risultato difficile da prevedere alla vigilia e che fa subito suonare un primo campanello d’allarme in casa azzurra.
Ci sarà tempo per recuperare, il campionato è appena iniziato. Ma bisogna subito lavorare sulla corsa e sull’organizzazione di gioco, due aspetti su cui il Sambiase è apparso oggi migliore. Sul taccuino di Turati anche le incertezze difensive, troppe e caratterizzate da un costante ritardo sul pallone. Anche il rigore nasce da queste disattenzioni, con palla persa e chiusure in ritardo. Sorrentino in uscita tocca l’avanti del Sambiase, l’arbitro indica subito il dischetto. Il portiere azzurro intuisce ma non arriva sull’angolata conclusione del giallorosso. Sorrentino si riscatterà comunque nella ripresa, con due interventi prodigiosi. Nel conto va messo anche il salvataggio di Acquadro sulla linea. E il Siracusa? Qualche lampo in avvio di ripresa, senza metterci troppa cattiveria. Anche il conto delle ammonizioni (tre per il Siracusa un per il Sambiase) pare confermare questo aspetto. Convitto – partito in panchina – prova a dare la scossa nei minuti finali, caricandosi la squadra sulle spalle.
Sette minuti di recupero finiscono sul tabellino più per le scaramucce tra le panchine che per altro.
Il Sambiase fa festa con il suo pubblico, il Siracusa mastica amarissimo.
“Dobbiamo metterci ferocia, dobbiamo aggredire sin dal primo minuto senza fasi di studio”, dice a fine gara Marco Turati, intervistato da Tris. L’allenatore azzurro parla di Squadra contratta, che ha pagato della tensione. E poi si dice rammaricato per le occasioni costruite e mancate, soprattutto poco prima dell’episodio del rigore. “Dobbiamo fare di più perché possiamo fare molto di più”, la sua conclusione.