Il sogno della Stazione Marittima al porto Grande: il concorso nel 2009, a che punto siamo?

Di una stazione marittima per il porto Grande di Siracusa si parla dal 2009. Da costruire sulla banchina 3, nei pressi dell’approdo utilizzato già dalle navi da crociera ed in sostituzione del terminal provvisorio realizzato dalla società consortile Porto di Siracusa.
Esiste già un progetto da 9 milioni di euro (da aggiornare, ndr) ed è quello che si è aggiudicato il concorso apposito di 13 anni fa, bandito dal Comune di Siracusa. A firmare il progetto vincitore è un team italo-spagnolo guidato da Enrico Reale e Vincenzo Latina, composto anche da Jordi Garcés, Emanuela Reale, Daria de Seta, Anna Bonet, Raimondo Impollonia, Angela Tortorella e Jose Zaldìvar immagina una costruzione a due piani caratterizzata da tre padiglioni/vela triangolari.
Tra solite pastoie burocratiche, il progetto continua lentamente nel suo farraginoso iter. Nei giorni scorsi è arrivato all’esame del Genio Civile di Siracusa che dovrà esprimersi sulla relativa approvazione tecnica, trattandosi di una spesa che supera l’importo comunitario. Passaggio propedeutico all’apertura del tavolo regionale per tutti gli ulteriori passaggi di competenza. Il paradosso – tipico di ogni opera pubblica – è che per la costruzione della stazione marittima servirebbero due anni dalla posa della prima pietra, ma per tutte le approvazioni tra carte, timbri e sigilli non sono stati ancora sufficienti ben 13 anni.
Cosa è stato fatto in questo periodo? Proviamo a ricostruire i passaggi. Nel 2010 venne dato mandato all’allora capo dell’ufficio tecnico comunale di portare il progetto in fase esecutiva. Nel 2012 venne richiesta ai progettisti una integrazione, per poter procedere in tal senso. E questo mentre, nel frattempo, la Soprintendenza dava il suo ok alle scelte adottate dal Comune per la realizzazione della nuova stazione marittima.
Nel 2014, il rup Giuseppe Di Guardo ha richiesto alla Commissione Regionale Lavori Pubblici il parere tecnico sul progetto preliminare. Solo nel 2016 da Palermo è arrivata una prima risposta, peraltro interlocutoria. In pre-conferenza, infatti, la Commissione ha acquisito la relazione del Genio Civile per poi darsi appuntamento in seconda riunione per valutare gli approfondimenti, i chiarimenti e le integrazioni. Ad esempio sulla conformità dell’opera con lo strumento urbanistico vigente all’interno del porto; sullo stato attuale della zona di intervento e sullo stato ante e post operam dei lavori di ampliamento del molo Sant’Antonio; e sugli studi geologici compiuti riferiti all’area di sedime dell’opera in progetto.
In verità, servirebbe anche di più. Ovvero effettuare una revisione completa dell’opera, motivo per cui nel 2018 Palazzo Vermexio ha deciso di affidare ad un professionista esterno l’incarico di collaborare con il rup per il progetto di fattibilità della nuova stazione marittima. Adesso il nuovo passaggio al Genio Civile e poi di nuovo la spola in Regione.
In tutto questo lasso di tempo, ha ripreso quota anche l’idea di una riqualificazione dell’intero waterfront, passando per via Elorina e la grande area dell’Aeronautica da smilitarizzare parzialmente. E la stazione marittima potrebbe essere l’input per avviare un ragionamento complesso che parta dall’ex Marina di Archimede (progetto e cantiere abbandonati per le note vicende del gruppo Caltagirone, ndr) e punti verso la ex Spero.
Uno sguardo al progetto della stazione marittima. La nuova struttura portuale, a due piani, si articola su un grande basamento in pietra lavica, dal quale prendono forma tre enormi vele triangolari, di colore chiaro, con giacitura inclinata. Altre specifiche direttamente dalle schede esplicative del progetto. “La stazione e l’area circostante diverranno spazio pubblico composto da edifici coperti da piani inclinati in larga misura pubblici e praticabili. Il terminal avrà un sistema di imbarco/sbarco passeggeri caratterizzato da due differenti percorsi che si innestano sull’edificio in due differenti punti della quota inferiore. L’articolazione dinamica dell’edificio genera una serie di percorsi che organizzano lungo tali direttrici pensiline, sedute, piccole zone per esposizioni temporanee o semplici camminamenti. L’edificio assume un duplice ruolo di terminal marittimo, con gli indispensabili requisiti di sicurezza e controllo in fase di imbarco e sbarco passeggeri e le attività connesse e una chiara ed evidente vocazione pubblica data dalla compresenza di spazi di servizio, che si articolano al di sopra e che realizzano un podio, un bel vedere pubblico a servizio delle città”.
Per il finanziamento, vennero “trovati” fondi nelle risorse Fas 2005-2008 messe a disposizione dalla Regione per la messa in sicurezza delle infrastrutture portuali (platfond da 13,8 milioni). Sulla loro attuale disponibilità non mancano i dubbi.