“Il teatro greco è in pericolo, uso eccessivo” e 12 associazioni scrivono all’Unesco
Con una lettera inviata alla sede centrale Unesco a Parigi ed al Ministero della Cultura a Roma, dodici associazioni siracusane tornano a sollevare il “caso” teatro greco ed in particolare il bilanciamento delle esigenze di conservazione con quelle di valorizzazione. Una dicotomia su cui peserebbe, secondo i firmatari della segnalazione, l’eccessivo uso del monumento come contenitore di spettacoli.
Nella loro nota, le associazioni denunciano “la grave condizione di rischio in cui versa il Teatro Greco di Siracusa a causa dell’impatto antropico indotto dall’uso eccessivo del monumento come contenitore teatrale, incompatibile, per durata e modalità, con l’attuale stato di conservazione”.
Viene sottolineata la particolarità del sito – “teatro scavato in una calcarenite tenera e porosa” e quindi per sua stessa natura “destinato a un deterioramento più rapido” di altri monumenti simili – che soffre “già di per sé” una “situazione di intrinseca fragilità” perchè esposto ad agenti atmosferici e per anni soggetto al ruscellamento delle acque dei mulini costruiti sopra al teatro. Un quadro aggravato (“con effetti disastrosi”) dall’uso attuale del monumento che determinerebbe “un impatto antropico intensissimo” che, tra l’altro, sottrae il teatro alla sua naturale fruizione “rimanendo per più di sei mesi (quest’anno diventeranno quasi otto) occultato dalla copertura lignea che ne avvolge cavea ed orchestra”.
La goccia che fa traboccare il vaso? “Quest’anno – scrivono le associazione nella nota inviata ad Unesco e Ministero della Cultura – l’assalto ha fatto un ulteriore salto di qualità. Nella terza edizione di Siracusa Stelle al Teatro greco di Siracusa (…) sono stati realizzati 12 concerti di musica leggera, rock e pop e registrate 52mila presenze. Tra decibel, spettatori di tipologia ben diversa da quella degli abituali estimatori delle tragedie classiche e la copertura protratta nel tempo, i danni alla fragile struttura ossea del monumento rischiano di essere enormi”.
Con poca fiducia verso le istituzioni locali e regionali, e lamentando un eccesso di nomine politiche e non per curriculum, le 12 associazioni siracusane chiedono all’Unesco di intervenire “per valutare la congruità dell’attuale uso del teatro con le esigenze della tutela, per come prescritto dalla normativa nazionale vigente e ribadito dalla stessa Carta di Siracusa per la conservazione, fruizione e gestione delle architetture teatrali antiche”.
A firmare la nota inviata all’Unesco ed al Ministero della Cultura sono l’Associazione Italiana di Cultura Classica, Generazioni Future Sicilia Regionale, Natura Sicula, Associazione Culturale Minerva, Sicilia Antica, Italia Nostra, Agorà, Primavera Floridiana, Nuovi Segni, Collegio Siciliano di Filosofia, Rete Euro Mediterraneo della Conoscenza e BCSicilia.
Nei mesi scorsi, il Parco Archeologico diretto da Carmelo Bennardo ha affidato due distinti studi per verificare lo stato di conservazione del teatro greco. Una campagna di indagini finalizzate a determinare “il livello di vulnerabilità all’uso” e “la compatibilità del bene culturale (…) con la pressione antropica che sullo stesso viene esercitata”.
Per ottenere queste informazioni su cui basare ogni futura scelta, è stato conferito l’incarico al Dipartimento Scienze e Vita dell’Università di Trieste, guidato dal professore Guidalberto Manfioletti. Il compito di questa equipe scientifica è quello di individuare e conoscere in dettaglio i “tipi di degrado delle superfici nonchè la loro caratterizzazione”.
La direzione del Parco Archeologico di Siracusa ha anche commissionato uno studio delle morfologie delle alterazioni delle superfici lapidee del teatro greco. Un’analisi che passa dalla caratterizzazione minero-petrografica e fisico-meccanica della roccia del Temenite, su cui il monumento è scavato. Dati che permetteranno una valutazione analitica dell’entità del degrado dei materiali e la definizione dei processi chimici, fisici e meccanici che lo regolano.
Gli studi sono già stati avviati in loco e, come confermano dal Parco Archeologico, non necessitano dello smontaggio delle impalcature protettive posate su parte del teatro greco. I dati saranno disponibili, verosimilmente, per l’inizio del nuovo anno.